Secondo una stravagante teoria, la materia oscura provocherebbe il cancro alla pelle

Uno studio dettagliato la smantella.

di ArXiv

La maggior parte dei cosmologi è convinta che l’universo sia colmo di una strana materia invisibile che esercita una potente forza gravitazionale a livello galattico, impedendo alle galassie di separarsi nei loro moti rotatori. Le hanno dato il nome di materia oscura.

Si crede che la Terra sia immersa in un immenso oceano di materia oscura e che debbano esserci occasioni in cui si scontra con della materia visibile, lasciando così tracce che dovremmo essere in grado di rilevare, come vibrazioni o aumenti di temperatura. Miliardi di dollari sono stati investiti nella caccia alla materia oscura ed alla fama che attende chi la ‘scoprirà’.

Questa ricerca ha indotto altri a pensare ai possibili effetti della materia oscura. Proprio quest’anno, Konstantin Zioutas, della University of Patras in Grecia, ed Edward Valachovic della State University of New York at Albany, hanno pubblicato su Biophysical Research Letters uno studio delle percentuali di cancro alla pelle registrate negli USA tra il 1973 ed il 2011. Nell’arco di questo periodo, hanno individuato una periodicità annuale ed una di 88 giorni e proposto una spiegazione al fenomeno secondo cui la causa di questi fenomeni risiederebbe in variazioni al DNA provocate da urti con materia oscura. Non solo, è loro opinione che sole e pianeti siano in grado di concentrare la materia oscura quando l’attraversano e i picchi di cancro alla pelle coincidano con i momenti in cui cui la terra attraversa queste correnti di materi oscura concentrata. Infine, la teoria sarebbe confermata dal fatto che questi cicli coinciderebbero con i periodi orbitali della Terra e di Mercurio stesso.

Questa settimana, Hector Socas-Navarro dell’Instituto de Astrofísica de Canarias, Spagna, ha analizzato al teoria e concluso che non è coerente con i dati, né con alcuna teoria scientifica. Socas-Navarro ha aperto l’analisi con una descrizione di quelle che sarebbero caratteristiche di base della materia oscura, secondo le teorie vigenti.

Tanto per cominciare, la materia oscura sembrerebbe essere distribuita in maniera più omogenea di quella visibile su scala interstellare. “L’ammontare di materia oscura contenuta nel sistema solare è pari a quella di un grosso asteroide,” spiega. Questo è il motivo per cui è rilevante solo a livello galattico. Se la materia oscura è uniformemente distribuita, si può supporre che attraversi i nostri corpi alla velocità di centinaia di chilometri al secondo, in conformità con il moto della Terra nello spazio.

L’ipotesi che particelle di materia oscura possano scontrarsi con il DNA umano e persino attivare mutazioni non può essere scartata a priori, ma “Non siamo attualmente in grado di formulare un possibile tasso di collisioni o mutazioni prodotto da queste particelle,” spiega Socas-Navarro, né siamo in grado di valutare come possano variare nel tempo. È sicuramente possibile che la densità della materia oscura attraversata dalla Terra possa variare su di una scala temporale di milioni di anni, ma la teoria proposta da Zioutas e Valachovic propone uno scenario secondo cui il moto stesso dei pianeti possa modificare questa densità.

Socas-Navarro prova ad immaginare l’esistenza di una corrente di materia oscura che Mercurio attraversa regolarmente sulla sua orbita attorno al sole, condensandola verso la Terra e provocando così un incremento nei casi di cancro alla pelle. Per avere l’effetto descritto, Mercurio avrebbe dovuto immergersi nello stesso punto della supposta corrente per almeno 38 anni. La corrente dovrebbe quindi avere le dimensioni dell’orbita di Mercurio, 58 milioni di chilometri. Eppure, il Sole stesso si muove per la galassia alla velocità di 200 km al secondo. In 38 anni non può che aver percorso svariati trilioni di chilometri di questa corrente di materia oscura in 38 anni. “La discordanza nell’ordine di magnitudine tra queste distanze rende impossible la formulazione di uno scenario geometrico,” specifica Socas-Navarro. Il movimento del Sole dovrebbe essere allineato con questa corrente per milioni di chilometri, una coincidenza improbabile.
La periodicità di 88 giorni è ulteriormente ostacolata dal moto della Terra stessa che la pone in posizioni differenti rispetto a Mercurio in ogni occasione.

La teoria di Zioutas e Valachovic è fallace dal punto di vista medico quanto astrofisico. I dati, infatti, documentano il momento in cui il cancro è stato diagnosticato, non quando ha cominciato, a formarsi, né quando i pazienti cominciano a notare i primi sintomi. “Questo fatto inficia ogni possibile valutazione di eventuali periodicità,” spiega Socas-Navarro. La teoria, inoltre, non spiega l’apparente immunità della popolazione di colore al cancro alla pelle. La pigmentazione scura, infatti, protegge dalle radiazioni utraviolette, “ma non c’è motivo di credere che protegga anche dalla materia oscura,” spiega.

Come si spiegano quindi le periodicità rilevate da Zioutas e Valachovic? “Le due periodicità dipendono probabilmente dalle nostre abitudini,” spiega Socas-Navarro, ovvero, dal fatto che le persone tendono a sottoporsi a check-up annuali. Rimane inspiegato il periodo di 88 e 70 giorni. L’analisi di Socas-Navarro è un buon esempio di come dovrebbe funzionare la scienza: osservazione, ipotesi, verifica e confronto con la natura. Le ipotesi estreme possono a volte rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo, ma solo quando verificate scientificamente.
Per approfondire: On The Connection Between Planets, Dark Matter

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