RIP Kepler: il telescopio spaziale è morto

Giunge al termine la storia di Kepler, il cacciatore di esopianeti della NASA.

di Charlotte Jee

La NASA ha ufficialmente mandato in pensione il suo telescopio spaziale Kepler, dopo 9 anni di vita e oltre 2.600 esopianeti scoperti. Questa estate gli ingegneri della NASA avevano constatato che il vascello avrebbe presto esaurito il carburante e si sono quindi adoprati per raccogliere le ultime informazioni disponibili. 

Viaggio alla scoperta della galassia: Quella di Kepler è stata la prima missione della NASA dedicata alla scoperta di nuovi pianeti abitabili, e il suo successo è stato indiscutibile, con 2.662 esopianeti identificati nella nostra galassia. I dati, ancora in fase di analisi, sembrano indicare la presenza di miliardi di pianeti che potrebbero ospitare la vita.

Kepler ha anche svelato la diversità dei pianeti presenti nella nostra galassia. La dimensione più comunemente diffusa non è presente nel nostro sistema solare – un mondo dalle dimensioni comprese fra quelle di Nettuno e della Terra. Gli scienziati si aspettano di trascorrere oltre un decennio a scoprire nuove informazioni contenute nei dati raccolti da Kepler.

Un tuffo nel passato: La missione Kepler è partita con combustibile a sufficienza per spingere il vascello per sei anni, ma è riuscita a proseguire per nove anni. Il vascello era dotato di tecnologie all’avanguardia, fra cui la più grande fotocamera digitale per l’osservazione dello spazio esterno disponibile all’epoca e le ultimissime tecnologie per la misurazione della lucentezza delle stelle.

Un degno sostituto: Diverse missioni per la scoperta di esopianeti sono in fase di realizzazione, come il James Webb Space Telescope, che dovrebbe decollare nel 2021. L’ultimo cacciatore di pianeti della NASA, il Transiting Exoplanet Survey Satellite, ha iniziato la propria missione ad aprile ed ha già identificato due potenziali pianeti.

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