Quando a scoprire nuovi pianeti è una intelligenza artificiale

Sistemi di apprendimento automatico permetteranno di passare al setaccio rapidamente, e con maggiore accuratezza, i miliardi di dati già raccolti da telescopi spaziali come Kepler.

di Jackie Snow

Il telescopio spaziale Kepler, lanciato nel 2009, ha prodotto oltre 30.000 segnali misurando la luce delle stelle per cercare possibili pianeti nelle regioni remote della galassia. Passando al setaccio i dati prodotti da Kepler e da altri telescopi, gli astronomi hanno scoperto più di 3.500 pianeti contro i 329 conosciuti prima della missione Kepler. Ora, ad aiutarli nel loro lavoro, c’è persino una intelligenza artificiale.

Questa settimana un gruppo di ricercatori di Google e dell’Università del Texas, Austin, hanno annunciato che un algoritmo di apprendimento automatico aveva scoperto due nuovi pianeti, Kepler 80g e Kepler 90i. Quest’ultimo rappresenterebbe una scoperta particolarmente speciale poiché è l’ottavo pianeta in orbita attorno a una stella, il primo sistema gemello del sistema solare.

Per scoprire i pianeti, i ricercatori hanno addestrato un algoritmo usando i 15.000 segnali etichettati dai dati di Kepler, e messi a disposizione dalla NASA, affinché imparasse a riconoscere un pianeta. Nei test, l’algoritmo è riuscito a identificare correttamente quali segnali indicavano la presenza di un pianeta con una precisione del 96 percento.

Dopo questi test, i ricercatori si sono concentrati sull’analisi dei segnali raccolti attorno a 670 stelle che già indicavano la presenza di pianeti; è qui che sono stati scoperti due pianeti che in precedenza non erano stati notati.

“È come cercare un ago in un pagliaio”, ha detto Chris Shallue, un ingegnere senior di Google AI nonché uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, durante una conferenza organizzata per annunciare la nuova scoperta.

È un bene che l’IA sia ora in grado di aiutare questi ricercatori perché restano ancora moltissimi dati da analizzare. Durante i suoi primi quattro anni di missione, Kepler ha osservato 200.000 stelle, cerando intorno a 14 miliardi di punti dato nel processo. Shallue dice che, con così tanti dati, il loro algoritmo è destinato a individuare molti altri pianeti – inclusi quelli che presentano condizioni simili a quelle della Terra.

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