Quasi tutte le transazioni in Bitcoin potrebbero essere fasulle

Sulla base delle informazioni raccolte dall’analisi di un campione di transazioni per un valore complessivo di $6 miliardi, solamente gli scambi per $273 milioni sarebbero reali.

di Mike Orcutt

Si sospettava da tempo che i mercati fossero gonfiati. Di fatto, i timori che il mercato venga manipolato hanno ostacolato l’approvazione di norme per regolamentare ufficialmente gli scambi di fondi negoziati in Bitcoin (ETFs o exchange traded funds); l’eventuale approvazione di queste norme stimolerebbe un’accettazione più ampia della tecnologia da parte degli investitori.

Una società intenzionata a presentare la propria ETF ha riportato ai regolatori degli Stati Uniti che intorno al 95 percento del complessivo volume di scambi in Bitcoin è stato falsificato dalle società di scambi.

Bitwise, una società di gestione delle crypto-risorse, ha analizzato 81 scambi, scoprendo che 71 di questi esibivano i pattern indicativi di un volume di scambio artificiale. Un metodo utilizzato per generare volume consiste nella tecnica conosciuta come wash trading, attraverso la quale lo stesso bene viene venduto e acquistato contemporaneamente. Per quanto le transazioni presentate nello studio riportassero un volume giornaliero totale per $6 miliardi in quattro giorni, Bitwise ha determinato che solamente $273 milioni erano reali.

La ragione dietro la pubblicazione di questa analisi è mostrare ai regolatori che “un mercato reale per Bitcoin” esiste ancora nonostante l’elevato flusso di scambi artificiali, spiega al Wall Street Journal il capo delle ricerche globali di Bitwise, Matthew Hougan. Prove concrete dell’esistenza di questo mercato sono quel piccolo numero di scambi in grado di dimostrare che le proprie informazioni sono reali. In caso di approvazione, il fondo di Bitwise si baserebbe sul volume di questi scambi, che rappresenta appena il cinque percento del totale generalmente riportato.

Perché le società di scambi dovrebbero gonfiare illecitamente i propri volumi? Una delle ragioni dietro questa pratica illegale potrebbe essere quella di attirare progetti di ICO interessati a introdurre le proprie criptovalute negli elenchi che facilitano un grande volume di scambi. Alcune società presentano a tali progetti dei tassi di adesione che possono raggiungere diversi milioni di dollari.

Dalle informazioni presentate da Bitwise possiamo estrapolare almeno due punti fondamentali: il mercato reale di Bitcoin è un ordine di magnitudo più piccolo rispetto a quanto riportato. Coloro che auspicano una maggiore adozione di questa tecnologia, probabilmente dovranno aspettare ancora parecchio; d’altro canto, concentrandosi unicamente sugli scambi reali per avvicinarsi ai requisiti posti dai regolatori e ottenere l’approvazione di un ETF, questa doccia fredda potrebbe contribuire alla diffusione massiccia tanto sognata dai sostenitori delle criptovalute.

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