Prove online di cambio di genere

I filtri dei social media che mostrano la versione femminile e maschile di una persona sono spesso un modo divertente di esplorare la propria identità, ma possono anche aprire nuovi mondi

Elizabeth Anne Brown

Ogni pochi mesi, un gigante dei social media rilascia un nuovo filtro di bellezza con capacità di ottimizzazione del genere. “Bearded Cutie” di TikTok regala sopracciglia folte e una barba appena accennata sul viso; ”My Twin”, la versione al femminile di Snapchat, leviga la pelle e aggiunge un sottile trucco glam. Per molti, questi filtri vengono dimenticati rapidamente una volta che smettono di fare tendenza, ma altri ci ritornano più volte

Oliver Haimson, un ricercatore dell’Università del Michigan che studia le esperienze transgender online, afferma che per le persone trans, non conformi al genere o semplicemente curiose, i filtri possono essere un modo per giocare con la loro identità senza perdere tempo con il trucco o l’utilizzo di ormoni per far crescere i peli sul viso. Aggiunge anche che i filtri sono uno strumento importante e ampiamente utilizzato per l’esplorazione della diversità di genere.  

Alcune persone trans attribuiscono ai filtri il merito di aver finalmente “rotto l’uovo”, come si usa dire nella comunità trans quando qualcuno ammette a se stesso che la sua identità di genere è diversa da quella assegnata alla nascita. “La versione al femminile del filtro di Snapchat è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso di un decennio di repressione”, afferma Josie, una donna trans sulla trentina di Cincinnati. “Ho visto qualcosa che sembrava più ‘me’ di qualsiasi altra cosa in uno specchio, e non potevo più tornare indietro“.

I filtri possono anche rendere euforici, provocare un’ondata di gioia che una persona trans prova quando il suo aspetto esteriore si allinea con la sua identità di genere. Alcuni usano filtri per definire potenziali cambiamenti fisici. “I filtri su FaceApp mi hanno mostrato quanto poco il mio viso avesse bisogno di cambiare per assumere sembianze più femminili“, afferma Etta Lanum, una 32enne della zona di Seattle. “Mi hanno fatto capire come una leggera modifica delle sopracciglia e la presenza di peli sul viso avrebbero potuto portarmi dove dovevo essere”. 

Anche l’uso di questi filtri ha le sue insidie. Alcune persone trans ritengono che la tecnologia li predisponga alla delusione e alla disforia, mostrando “risultati” fisicamente impossibili da ottenere anche con la chirurgia plastica, il trucco artistico o la terapia ormonale. Ma dato che una percentuale sempre maggiore della nostra vita è vissuta online, chi può dire che la versione filtrata non mostri come si è realmente?


Elizabeth Anne Brown è una giornalista scientifica.

Immagine: Gavin Lee Lewis

(rp)

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