
Nel contesto attuale, l’innovazione nel mondo del lavoro non può prescindere da una visione aperta, sistemica e partecipata.
L’Open Innovation, nata come strategia per favorire la contaminazione tra imprese e attori esterni, sta assumendo un ruolo sempre più centrale anche nel settore delle Risorse Umane. Oggi è diventata una leva fondamentale per rispondere alle grandi trasformazioni demografiche, culturali e tecnologiche che stanno cambiando il modo in cui si lavora. Si apprendono competenze e si costruiscono relazioni professionali, ridefinendo il modo in cui le aziende affrontano le sfide del presente e costruiscono il lavoro del futuro. Non si tratta più solo di adottare nuove tecnologie, ma di aprire l’organizzazione a contaminazioni esterne, collaborazioni strategiche, startup, università e partner, per rispondere in modo agile e creativo a trasformazioni sempre più rapide.
Secondo le Ricerche 2024 dell’Osservatorio Startup Thinking del Politecnico di Milano, in Italia l’Open Innovation si è rivelato uno strumento vincente in questi anni di forte turbolenza a partire dal 2020 e l’avvento del Covid. Con l’88% delle grandi aziende che la implementano al 2024, l’Open Innovation evidenzia la sua centralità come strumento per l’innovazione e la trasformazione aziendale.

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L’HR tra complessità e trasformazione
Il settore dell’HR Tech sta vivendo un periodo di forte espansione. Con una dimensione globale stimata a 53,1 miliardi di dollari nel 2023, si prevede che il mercato raggiungerà i 90 miliardi di dollari entro il 2025, registrando una crescita impressionante. Il Nord America continua a dominare il settore, generando oltre la metà del valore globale. Tuttavia, anche l’Europa mostra segnali di forte crescita, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 10,7% che riflette un aumento significativo degli investimenti in soluzioni tecnologiche per la gestione delle risorse umane. Paesi come Germania, Francia e Regno Unito guidano il mercato, ma anche l’Italia sta rapidamente recuperando terreno. Le aziende europee stanno adottando soluzioni HR Tech per affrontare sfide come il turnover e il mismatch delle competenze.
L’HR non è più percepita come una semplice funzione di supporto, ma un motore di cambiamento. Le organizzazioni stanno affrontando sfide senza precedenti: dalla gestione della diversità generazionale alla necessità di attrarre e trattenere talenti in un mercato fluido e competitivo, fino all’integrazione di tecnologie avanzate nei processi decisionali e di sviluppo delle persone.
Uno dei principali driver di crescita dell’HR Tech risiede proprio nell’integrazione di soluzioni di Intelligenza Artificiale per innovare processi di talent acquisition, upskilling/reskilling e people analytics, che richiedono oggi un’apertura mentale e strutturale che solo l’Open Innovation può garantire. Nel nuovo paradigma, l’HR diventa quindi un hub connettivo tra innovazione tecnologica, strategie aziendali e cambiamento culturale, agendo come ponte tra generazioni e promotore di nuove modalità collaborative.
L’Open Innovation HR Lab di ManpowerGroup
In questo contesto in continua evoluzione, caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici, trasformazioni nei modelli di lavoro e nuove aspettative da parte dei talenti, l’Open Innovation HR Lab di ManpowerGroup si configura come un laboratorio strategico per anticipare le sfide del futuro del lavoro. Questo spazio di sperimentazione e co-creazione mette in connessione imprese, startup e professionisti del settore HR, con l’obiettivo di individuare e sperimentare, sotto forma di Proof of Concept (PoC), soluzioni innovative che rispondano ai bisogni emergenti del mercato del lavoro. Caratterizzato da un approccio aperto e collaborativo, l’Open Innovation HR Lab promuove la cultura dell’innovazione continua, attraverso un programma di open innovation per stimolare la crescita del settore e rispondere alle sfide concrete delle aziende partner dell’iniziativa.
Il progetto, giunto alla seconda edizione, ha preso avvio con la definizione delle sfide più attuali nel mondo HR, quest’anno dedicate ai temi dell’intergenerazionalità e dell’Intelligenza Artificiale e ricercando, attraverso uno scouting, le migliori startup italiane in grado di fornire soluzioni tecnologiche basate su AI in grado di facilitare:
- la convivenza intergenerazionale, migliorando la relazione e la collaborazione tra dipendenti.
- l’engagement ed il benessere di popolazioni aziendali eterogenee attraverso iniziative personalizzate.
Intergenerazionalità: oltre le etichette, verso l’inclusione dinamica
Lavorare sull’intergenerazionalità non è un semplice esercizio identitario, ma un atto strategico. Mai come oggi convivono in azienda almeno quattro, se non cinque, generazioni diverse, con valori, competenze e aspettative eterogenee. Dai Baby Boomers alla Gen Z, il tema centrale diventa il trasferimento delle competenze: un processo bidirezionale, che richiede spazi di confronto, strumenti digitali condivisi e soprattutto un mindset aperto.

Daniela Caputo, Sales, Marketing and Innovation Director Italy – ManpowerGroup
Come sottolineato da Daniela Caputo, Sales, Marketing and Innovation Director Italy di ManpowerGroup, durante l’evento finale della seconda edizione dell’Open Innovation HR Lab, “E’ necessario superare stereotipi e divisioni”, ha evidenziato Caputo. “I boomer e la Generazione X sono sempre stati mossi dall’ambizione, dall’affermazione, per loro il lavoro ha avuto e ha un significato molto importante. Poi sono arrivati i Millennial, la Generazione Y, in un periodo di forti crisi economiche. Queste generazioni hanno iniziato a guardare al lavoro in modo diverso.”.
I Millennial hanno introdotto la flessibilità nel concetto di lavoro, mentre la Generazione Z vive già immersa in un contesto che ha ulteriormente valorizzato due elementi: il primo è l’inclusività, l’attenzione per la diversity, il secondo è la velocità, l’interconnessione. “La maggior parte delle persone più giovani vive in un ambiente digitale e lo sa utilizzare velocemente e nel modo migliore nel mondo del lavoro”, ha aggiunto Caputo. “Ma il digitale, per loro, significa avere velocità, capacità di interazione, di connessione con altre persone, e quindi anche nel lavoro, senza necessariamente passare attraverso canali tradizionali o reti di contatti”.
La chiave è allora costruire un’intelligenza collettiva capace di valorizzare le specificità, evitando l’anacronismo culturale che spesso blocca l’innovazione. In questa ottica, il ruolo delle Risorse Umane è cruciale per abilitare percorsi di mentoring inverso, upskilling e co-progettazione generazionale.
Ma per far funzionare l’ingranaggio servono ecosistemi aperti, dove le competenze dei senior possano essere trasmesse ai più giovani e dove questi ultimi possano accelerare l’evoluzione digitale e culturale delle imprese
ManpowerGroup e l’Open Innovation in pratica
ManpowerGroup ha scelto di affrontare le sfide del futuro del lavoro con un approccio fondato sull’Open Innovation, attraverso il quale riesce ad integrare costantemente nuove soluzioni di intelligenza artificiale nei propri processi di selezione, valutazione e sviluppo del personale, migliorando l’efficienza e la personalizzazione delle esperienze.
Ma il vero valore aggiunto risiede nella capacità di creare ecosistemi, dove le aziende possano confrontarsi con startup HRTech, università, istituzioni e giovani talenti. Eventi come l’Annual Conference di ManpowerGroup “The Exchange – il futuro delle risorse umane” sono nati con questa finalità: creare uno spazio dove esperienze diverse si incontrino, generando nuove visioni del lavoro. L’intelligenza artificiale non deve essere solo uno strumento di efficienza, ma una tecnologia che ci interroga sulla nostra stessa identità. In questo senso, l’etica e la coscienza umana diventano dimensioni integrative del progresso tecnologico, e non alternative.
Pratiche e modelli emergenti: cosa sta funzionando?
Alcune pratiche concrete di Open Innovation per affrontare le sfide della convivenza intergenerazionale si stanno consolidando come modelli virtuosi e molte aziende stanno già sperimentando soluzioni innovative:
- Reverse Mentoring: scambio di competenze tra giovani nativi digitali e manager esperti, supportati da programmi e strumenti innovativi.
- Programmi di Corporate Innovation: laboratori interni dove team intergenerazionali co-creano soluzioni HR, testando idee con modelli lean e co-creazione.
- Piattaforme di AI HR Tech: strumenti alimentati da intelligenza artificiale per valutare e anticipare i fabbisogni di competenze, suggerire percorsi di carriera personalizzati e monitorare la soddisfazione del personale, tramite piattaforme digitali e microlearning adattivi.
Tutti questi strumenti hanno un comune denominatore: le persone restano al centro del processo. L’intelligenza artificiale diventa alleata, non sostituto.
L’Open Innovation applicata all’HR non è (più) un’opzione, ma un imperativo culturale e strategico. Le aziende che sapranno coltivare relazioni autentiche tra generazioni, valorizzare la diversità e aprirsi all’esterno, saranno quelle capaci di affrontare il futuro del lavoro con resilienza, curiosità e impatto.
Iniziative come quelle promosse da ManpowerGroup indicano una direzione chiara: non c’è innovazione senza umanità, e non c’è futuro senza contaminazione.