Un gruppo di biologi indipendenti nella veste di biohacker afferma di voler piratare una terapia genica dal valore di un milione di dollari a confezione.
di Alex Pearlman
Citando l’enorme costo dei nuovi farmaci, un gruppo internazionale di biohacker sostiene di star replicando una terapia genica di grande valore.
Il farmaco che viene copiato è Glybera, la terapia genica più costosa al mondo quando, nel 2015, è arrivata sul mercato europeo al prezzo di 1 milione di dollari a confezione.
Glybera è stata la prima terapia genica ad essere approvata per la cura di una malattia ereditaria.
Ora una “banda” di biologi indipendenti e alle prime armi afferma di aver progettato un prototipo di una versione più semplice ed economica di Glybera, e ha in programma di fare appello a scienziati universitari e aziendali per aiutarli a migliorare la terapia e a testarla sugli animali.
Il gruppo afferma che inizierà a condividere i materiali e parlerà di quanto sta facendo alla Biohack the Planet, una conferenza che si terrà i primi giorni di settembre a Las Vegas, in cui cittadini scienziati, giornalisti e ricercatori per due giorni si confrontano su protesi mediche, biosicurezza e sostanze allucinogene.
“Il nostro prodotto è stato sviluppato in un capannone nel Mississippi, un magazzino in Florida, una camera da letto in Indiana e su un computer in Austria”, afferma Gabriel Licina, un biohacker di South Bend, nell’Indiana. Secondo quanto riferisce, il prototipo della terapia genica è costato meno di 7.000 dollari.
Gli esperti sono divisi sul progetto di biohacking: alcuni lo definiscono errato e inutilizzabile, altri sostengono che l’eccessivo costo delle terapie geniche ha lasciato i pazienti senza opzioni e ha creato un incentivo per l’hacking.
“È un problema vedere i biohacker concentrarsi sulle terapie geniche perché le conseguenze potrebbero essere serie”, ha dichiarato Rachel Sachs, professore di diritto alla Washington University di St. Louis e esperto di prezzi dei farmaci.
Quest’anno la ditta farmaceutica svizzera Novartis ha introdotto un’altra terapia genica, Zolgesma, per l’atrofia muscolare spinale, al prezzo di 2,1 milioni di dollari.
A causa degli alti costi, alcuni genitori stanno lottando strenuamente per ottenerla per i loro figli e appare improbabile che la terapia sia proponibile nella maggior parte del mondo.
Una narrazione diversa
Glybera, la terapia genica che i biohacker affermano di copiare, è stata approvata per le persone con una malattia del sangue ultra rara chiamata deficit di lipoproteina lipasi.
Ma non si è rivelata conveniente ed è stata ritirata dal mercato nel 2017 dal suo produttore, UniQure. A oggi, solo un assicuratore, in Germania, è noto per aver pagato la terapia.
Andreas Stürmer, un biotecnologo e ingegnere ambientale di Linz, in Austria, afferma di aver parlato con Licina della sua idea di replicare la terapia.
La loro collaborazione ha avuto luogo tramite messaggi di Facebook e chiamate Skype e si è avvalsa della collaborazione di David Ishee, un biohacker del Mississippi.
Nel 2018, un biohacker della Florida ha prodotto e sperimentato una terapia genica orale per l’intolleranza al lattosio usando un saggio scientifico di 20 anni prima come base di partenza.
“Si tratta di vedere le cose da un altro punto di vista”, afferma Licina, cofondatrice di SciHouse, un laboratorio di biotecnologia dell’Indiana. “È come dire: ma perché non lo ha fatto ancora nessuno?”.
Uno dei motivi per non farlo è che la copia e la vendita del farmaco potrebbero violare la proprietà intellettuale di UniQure.
Tom Malone, un portavoce di UniQure, afferma che l’azienda non era stata informata del tentativo di biohacking. Egli sostiene di possedere ancora un brevetto sul farmaco, anche se è cosciente che non c’è una grande richiesta per la terapia.
“Con queste premesse, una versione copiata di Glybera si troverà ad affrontare notevoli ostacoli normativi e commerciali”, afferma Malone.
Inoltre, la Food and Drug Administrat degli Stati Uniti ha affermato che è illegale vendere confezioni per la terapia genica fai-da-te.
Tuttavia, alcuni biohacker si sentono autorizzati a ricavare informazioni dai documenti pubblicati, anche se sono coperti dal brevetto. “Non mi interessa quanti sistemi di protezione ci sono, perché non sto vendendo un prodotto”, spiega Ishee.
Il lavoro va portato a termine
Per fare le loro copie, i biohacker hanno esaminato i documenti originali di Glybera allo scopo di ottenere le informazioni sulla sequenza genetica del gene di cui i pazienti richiedono copie corrette.
Hanno poi incaricato una azienda che si occupa di sintesi genica di fare una copia del DNA, che è stata aggiunta a un costrutto genetico circolare chiamato “minicerchio”. Quando viene aggiunto a una cellula, il minicerchio inizia a produrre piccole quantità dell’enzima lipoproteina lipasi.
Si tratta di una differenza significativa rispetto al sistema originale di Glybera, che inietta il virus nel muscolo della gamba per rilasciare il gene. Il “parto” virale è un’impresa complessa, ma è la strategia più comunemente usata nella terapia genica.
I biohacker non hanno accesso ai virus a causa del loro costo elevato, ma dicono che anche i minicerchi possono potenzialmente essere iniettati.
Robert Kotin, un esperto nella produzione di terapie geniche, definisce controversa la tecnologia del minicerchio e afferma che ha mostrato risultati contraddittori.
Sebbene i minicerchi, a differenza dei virus, possano essere somministrati di nuovo, non sono così efficienti nel far sì che le cellule seguano le istruzioni genetiche.
“Non è la stessa cosa, ma possono raggiungere lo stesso obiettivo, anche se con minore efficacia”, afferma Ishee, parlando dei minicerchi, che si basano sul suo design.
A suo parere, si potrebbero iniettare per un periodo di sei mesi. “È come se uno volesse scavare una piscina: si prende un escavatore e in un giorno è fatta o si impugna una pala e ci vogliono mesi, senza spendere però quasi nulla”.
Il biohacking divide
Questa non è la prima volta che il gruppo è impegnato in operazioni di questo tipo. Ishee ha tentato (senza successo) di modificare il DNA dei cani e Licina e Stürmer sono stati coinvolti in una startup chiamata Ascendance Biomedical il cui CEO, Aaron Traywick, si è iniettato un vaccino contro l’herpes non testato nel 2018, suscitando un’ondata di critiche.
Traywick fu in seguito trovato morto in una vasca di galleggiamento. Il suo annegamento è stato giudicato accidentale e non correlato ai suoi esperimenti genetici.
Questa volta, il team è seriamente impegnato a dimostrare che la loro invenzione genetica, che chiamano “Slybera”, deve essere presa sul serio.
Alla conferenza di Las Vegas, chiederanno aiuto per testare la loro versione della terapia sugli animali, perché da soli non ne possono sostenere i costi.
“Non sto dicendo che abbiamo completato il lavoro sulla terapia genica, ma che ne abbiamo definito solo una parte”, afferma Licina. A oggi, tutto il team riconosce che Slybera non è pronta per i pazienti e ha bisogno di ulteriore sviluppo.
LPLD, una malattia dolorosa
Da quando Glybera è stata ritirata dal mercato europeo due anni fa, i pazienti con la LPLD, una malattia che porta all’ accumulo di grasso, non hanno molte opzioni.
Di solito diagnosticata durante l’infanzia, l’LPLD è caratterizzata dalla presenza di particelle di grasso nel sangue, che lo rendono bianco crema.
I pazienti devono affrontare una vita di diete rigorose e devono astenersi da alcool e zucchero, altrimenti si trovano ad affrontare effetti collaterali come la pancreatite. Molte pazienti non sono in grado di avere figli a causa degli effetti della malattia.
“Queste severe restrizioni dietetiche portano spesso all’isolamento”, afferma Jill Prawer, fondatore di LPLD Alliance, un gruppo di difesa dei pazienti nel Regno Unito.
“Sono rimasto profondamente deluso quando Glybera è stato tolto dal mercato … ma non ne so abbastanza del biohacking, in particolare della sua sicurezza ed efficacia, o se rispetti le leggi”.
Prawer si chiede “quanto sia importante la sicurezza e il benessere del paziente” per i biohacker, che vivono la biotecnologia come un hobby, “e quali misure di sicurezza sono previste nel caso qualcosa andasse storto”.
Una questione di giustizia sociale
Daniel Gaudet, un medico di Montreal che cura pazienti affetti da questo deficit e a 19 dei quali è stato somministrato Glybera nel corso di studi clinici, ritiene che il piano dei biohacker sia ingenuo.
Mentre concorda sul fatto che Glybera fosse troppo costoso, Gaudet pensa che lo sviluppo di una terapia genica sia troppo complesso e rischioso per chi rivendica di essere un dilettante.
“L’accesso e l’insostenibilità economica sono vere sfide”, afferma Gaudet. “Dobbiamo essere creativi, ma il biohacking non è la soluzione”.
Altri non sono sicuri che i biohacker debbano essere messi da parte. Il genetista Michael Hayden ha guidato il gruppo di ricerca originale di Glybera presso l’Università della British Columbia.
Egli ricorda il brivido quando la terapia ha funzionato sugli animali e la sensazione di aver trovato il modo per aiutare i pazienti.
A questo scopo, venne costituita un’azienda chiamata AMT (che in seguito divenne UniQure) per condurre uno studio definitivo sui pazienti.
E’ stato allora che sono iniziati i problemi, dice Hayden. “Come scienziati clinici, abbiamo perso completamente il controllo del progetto. … Decisero di chiedere un milione di dollari a confezione. Uno scandalo”.
“Il diritto di accesso alla medicina è una questione di giustizia sociale”, afferma Hayden. “Qualsiasi modo di fornire potenziali benefici ai pazienti è prioritario e non ostacolerei mai i biohacker”. Anzi, Hayden vorrebbe collaborare con il team che sta cercando di replicare il suo farmaco.