Nuovi materiali post-grafenici per l’elettronica moderna 

Uno studio italo-canadese potrebbe rivoluzionare il processo di creazione dei componenti elettronici moderni. 

di Lisa Ovi 

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Ricercatori del Consiglio Nazionale della Ricerca,  della McGill University e della Lakehead University, in Canada, hanno approfondito gli sviluppi nel campo delle science dei materiali originati dalla scoperta del grafene. I risultati sono stati pubblicati da Nature Materials.

Il grafene è un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio (avente cioè uno spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo). Teoricamente, sarebbe dotato della resistenza del diamante e della flessibilità della plastica. La scoperta del grafene è valsa il premio Nobel per la fisica 2010 ai fisici Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov dell’Università di Manchester ed ha portato ad applicazioni rivoluzionarie nel campo dell’elettronica.

L’obbiettivo dei 19 ricercatori, specializzati in chimica organica e scienze delle superfici, era sviluppare nuovi materiali bidimensionali. Il team italo/canadese ha dimostrato la possibilità di sintetizzare polimeri coniugati bidimensionali su larga scala, caratterizzandone anche in maniera approfondita le proprietà elettroniche. Il loro utilizzo in dispositivi elettronici promette prestazioni di altissimo livello.

I nuovi polimeri bidimensionali e strutturalmente riconfigurabili presentano caratteristiche di conducibilità elettrica simili a quelle del grafene. Definiti materiali post-grafenici, la tecnica utilizzata per la loro sintesi permette di giocare con i componenti di base, i monomeri, e quindi modificare le caratteristiche dle materiale stesso. Le proprietà di questi nuovi materiali sono ideali per l’elettronica moderna, in quanto riducono la produzione di calore nella progettazione dei chip. Oltre a produrre un nuovo materiale dalle proprietà eccezionali, la cui esistenza era stata finora solo teorizzata, la ricerca ha portato a nuove scoperte sui meccanismi delle reazioni superficiali su di un piano fondamentale. 

Gli studiosi proseguiranno la ricerca esplorando una vasta gamma di polimeri bidimensionali dalle diverse simmetrie reticolari, utilizzabili sia per le loro proprietà intrinseche che insieme ad altri materiali per formare vere e proprie eterostrutture.

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