La nazione sta spingendo per integrare il suo sistema energetico con quello europeo per garantire un flusso di elettricità in caso di interruzione di altri impianti da parte delle forze russe
di James Temple
La guerra della Russia contro le città, i civili e le infrastrutture critiche dell’Ucraina ha messo in luce due preoccupanti vulnerabilità del settore energetico ucraino: l’invecchiamento e l’isolamento. La nazione è effettivamente rimasto solo dopo la disconnessione dai sistemi elettrici bielorussi e russi all’inizio dell’invasione, che ha richiesto al paese di generare quasi tutta la propria elettricità. L’Ucraina fa affidamento su quattro centrali nucleari per oltre la metà dei suoi fabbisogni. La più grande tra queste è stata occupata alla fine della scorsa settimana in un assalto che ha provocato un incendio e ha suscitato timori diffusi di un potenziale incidente nucleare.
Il 6 marzo, la compagnia elettrica ucraina DTEK ha denunciato che la Russia ha iniziato negli ultimi giorni la “distruzione mirata” delle infrastrutture energetiche. Ha riferito che una centrale elettrica a Okhtyrka è stata distrutta e le sottostazioni ad alta tensione nella regione di Donetsk sono state colpite. Inoltre, le forze russe hanno preso il controllo di una centrale idroelettrica a Kiev, stanno per prenderne di mira un’altra a Nova Kakhovka e hanno anche preso il controllo della centrale termica ed elettrica di Luhansk. Infine, hanno bombardato le vicinanze di un gasdotto a Kharkiv e hanno chiuso l’elettricità e altri servizi di base in diverse grandi città.
Quasi un milione di persone non ha accesso all’elettricità a Mariupol e nella regione di Kiev, ha affermato DTEK. L’intensificarsi degli assalti ha sollevato il timore che la Russia possa prendere di mira altre centrali nucleari e grandi centrali elettriche. Attaccare il sistema energetico è una tattica di guerra particolarmente efficace, che produce danni diffusi attraverso attacchi su obiettivi relativamente piccoli, afferma Adam Stein, direttore associato per l’innovazione nucleare presso il Breakthrough Institute.
Con le gelide temperature invernali della nazione, può anche avere effetti mortali. Anche se i gasdotti rimangono intatti, l’elettricità è necessaria per far funzionare le stazioni di pompaggio e gli impianti che riscaldano case ed edifici. L’interruzione dell’elettricità può far chiudere le metropolitane, fermare gli autobus e i treni che i cittadini stanno usando per fuggire, spegnere le luci nei rifugi antiaerei e negli ospedali, danneggiare cibo e medicine. Minaccia inoltre di interrompere le comunicazioni governative, compromettere le difese militari e minare il morale.
Sincronizzazione delle reti elettriche
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, i livelli di radiazioni sono rimasti normali negli unici due reattori in funzione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia nel sud-est del paese. I russi hanno preso il controllo del sito e hanno anche disattivato le linee di comunicazione. L’Ucraina ha solo opzioni limitate per rafforzare la resilienza della sua rete elettrica nel mezzo di una guerra. DTEK ha rapidamente attivato nove turbine a carbone aggiuntive la scorsa settimana per compensare la perdita di energia dalla centrale nucleare.
Ma le riserve di carbone e gas naturale del paese erano già a livelli inferiori alla norma quest’inverno. Le consuete linee di rifornimento, dalle miniere ai porti, possono essere vincolate, a rischio di attacchi o già danneggiate. In particolare, i binari ferroviari che consegnano il carbone a una centrale elettrica separata a Zaporizhzhia sono stati fatti esplodere, ha osservato DTEK.
La produzione di energia in sostituzione di quella della centrale nucleare prosciugherà rapidamente le riserve, afferma Georg Zachmann, del think tank economico Bruegel, esperto di questioni energetiche ucraine. I responsabili delle politiche energetiche della nazione stanno spingendo per un’altra possibilità: integrare rapidamente la rete del Paese con il sistema dell’Unione Europea per consentire il flusso di elettricità, in particolare in caso di interruzioni improvvise o più ampie.
Questo tentativo era già in corso da tempo. Nel 2017 il principale operatore di trasmissione energetica del Paese, Ukrenergo, ha firmato un accordo di collaborazione con ENTSO-E, l’associazione europea di oltre 40 operatori di trasmissione. Ma l’integrazione richiede l’installazione di capacità di controllo della frequenza e altre tecnologie per garantire l’interoperabilità delle reti, oltre a test approfonditi sulla sicurezza del sistema e una serie di complessi accordi normativi e di interventi sul mercato dell’energia.
Una piena integrazione richiederebbe anche l’attivazione o la costruzione di linee di trasmissione attraverso Ungheria, Moldova, Polonia, Romania e Slovacchia, ha osservato Zachmann in una ricerca dello scorso anno. In questo modo si fornirebbero collettivamente più di cinque gigawatt di elettricità, superando il 10 per cento della normale capacità di generazione dell’Ucraina, il livello richiesto dall’UE e dall’ENTSO-E per tali integrazioni transfrontaliere. Il costo dovrebbe essere di almeno 600 milioni di euro e potrebbe richiedere anni per essere completato.
La speranza ora è che le parti possano sincronizzare i sistemi in “modalità emergenziale”, preferibilmente entro giorni o settimane, eliminando alcuni dei consueti requisiti e accordi. L’integrazione limitata potrebbe attingere alle linee che già collegano l’Ucraina con l’Ungheria e la Slovacchia, afferma Zachmann. Come ha riferito “Reuters”, il commissario per l’energia dell’UE Kadri Simson ha affermato che c’è un ampio accordo sull’andare avanti “il più rapidamente possibile”.
Ma potrebbero esserci ancora alcune sfide tecniche e politiche significative che ostacolano l’integrazione.
Alla fine del mese scorso, ENTSO-E ha affermato che i suoi operatori di trasmissione avrebbero considerato le opzioni urgentemente, ma non ha fornito dettagli sullo stato attuale dell’impresa né annunciato i tempi previsti. A una precisa richiesta di “MIT Technology Review”, l’ufficio stampa ha affermato che i suoi esperti stanno valutando oltre alla stabilità del sistema, una serie di considerazioni tecniche, problemi normativi e di sicurezza informatica.
(rp)