Solitamente i giganti tech non chiedono al governo federale di supervisionare le loro nuove tecnologiche, ma Microsoft sembra interessata a ricevere il parere di Washington.
di Erin Winick
Una revisione dall’alto: Il presidente e chief legal officer di Microsoft Brad Smith ha scritto sul blog della società di aver chiesto al Congresso di regolamentare i software di intelligenza artificiale sviluppati per sistemi di riconoscimento facciale. “Avremo sempre da ridire sui dettagli, e i dettagli contano molto”, ha scritto. “Un mondo caratterizzato da una vigorosa regolamentazione dei prodotti utili ma pericolosi è però migliore di un mondo privo di standard legali”.
Cosa andrebbe regolamentato? Smith ha chiarito i quesiti che, secondo lui, andrebbero trattati con i funzionari del governo:
– L’uso di sistemi di riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine dovrebbe essere soggetto a revisione e controlli da parte di esseri umani?
– Quali misure legali possono prevenire l’uso dei sistemi di riconoscimento facciale per profilazione razziale o altre violazioni dei diritti, senza però impedirne l’utilizzo per scopi benevoli?
– Il governo dovrebbe creare processi in grado di attribuire diritti legali agli individui che ritengono di essere stati identificati erroneamente da un sistema di riconoscimento facciale?
Perché conta? L’industria tech tende a evitare l’intervento del governo, non a incoraggiarlo. Nell’invito di Microsoft si cela la speranza di distinguersi dalle controparti che, negli ultimi mesi, sono rimaste coinvolte in grossi scandali sulla privacy.
(MO)