Memoria luminosa

I computer convenzionali lavorano con un piccolo pacchetto di dati alla volta. Per questa ragione non sono in grado di distinguere sembianze e altri disegni con piccole variazioni.

Una «memoria associativa» allo studio alla Syracuse University potrebbe risolvere il problema grazie a una proteina che si trova nei batteri degli stagni salmastri. Esposta alla luce laser, questa proteina, che si chiama batteriorodopsina, si torce in diverse posizioni che cambiano il suo colore. Una banca dati di immagini – per esempio, facce – potrebbe essere scritta dai laser su uno strato della proteina.

Per trovare l’eguale di una faccia non identificata, la sua immagine potrebbe essere proiettata simultaneamente in tutte le immagini immagazzinate nella banca dati; la coppia di immagini sovrapposte le cui caratteristiche abbiano una grandissima corrispondenza brilleranno intensamente.

Un prototipo di laboratorio del sistema è già in grado di distinguere lettere stampate, ma la versione commerciale richiederà almeno cinque anni, dice Jeff Stuart, responsabile del gruppo di ricerca di Syracuse. I ricercatori sperano di scrivere immagini a più alta risoluzione con laser più piccoli.

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