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Come i satelliti di ultima generazione e gli algoritmi più avanzati stanno ridefinendo la nostra capacità di prevedere e mitigare i rischi climatici.

Di Chiara Mugnai e Federico D’Albenzio

Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo, e la tecnologia sta giocando un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni innovative per mitigarne gli effetti e aumentare la nostra resilienza. Tra gli strumenti più promettenti emergono l’uso avanzato dei dati satellitari e l’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) per la valutazione e la gestione dei rischi climatici.

I satelliti: occhi vigili sul nostro pianeta

I satelliti sono diventati strumenti fondamentali per monitorare la salute del nostro pianeta. Mentre in passato venivano utilizzati principalmente per scopi militari e previsioni meteorologiche a breve termine, oggi forniscono una visione prospettica dello stato della Terra. Questo perché le agenzie spaziali e i centri di ricerca hanno accumulato nel tempo una vasta mole di dati, creando uno studio prolungato delle condizioni del nostro pianeta.

I satelliti di ultima generazione sono dotati di sensori sempre più avanzati, capaci di offrire una risoluzione più alta e di catturare informazioni più dettagliate sullo stato delle acque, del terreno e dell’atmosfera. Programmi come Copernicus, che utilizza i satelliti Sentinel gestiti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Organizzazione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici (EUMETSAT), forniscono dati omogenei su scala europea e, in alcuni casi, globale.

L’intelligenza artificiale: dal dato alla previsione

L’enorme quantità di dati satellitari raccolti negli anni ha aperto la strada all’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare sia le dinamiche meteorologiche, sia il clima, che riflette l’evoluzione lenta ma continua del sistema Terra. Questi algoritmi permettono di andare oltre le previsioni meteorologiche a breve termine, offrendo valutazioni più precise oppure aumentandone la risoluzione spaziale. Infatti, i modelli fisici classici impiegano molte risorse computazionali, mentre con gli algoritmi moderni si possono eseguire più calcoli nella stessa unità di tempo: questo permette, a seconda delle necessità, di sviluppare modelli più granulari rispetto alle zone geografiche considerate, oppure di simulare più anni e scenari climatici di quanto fosse possibile in passato, così da ottenere anche stime di lungo termine più accurate.

Mentre le previsioni meteorologiche potenziate dall’AI possono essere applicate nei sistemi di allerta precoce, lo studio del clima nel lungo termine è utile per valutare i rischi e pianificare le risorse necessarie in futuro. In questo ambito, oggi l’IA viene utilizzata dalle università e dalle aziende più innovative per stimare la probabilità e l’impatto di catastrofi naturali come alluvioni, incendi boschivi, siccità e frane. Anche lo studio dei rischi legati ai terremoti, sebbene non siano eventi direttamente correlati al cambiamento climatico, beneficia dell’uso dell’IA e dei dati satellitari, che permettono di ottenere stime più accurate degli impatti potenziali.

La “Green AI”: un’alleata per l’ambiente

Nonostante l’IA sia nota per il suo elevato consumo di energia e risorse, sta emergendo il concetto di “Green AI”, che mira a utilizzare queste tecnologie a favore dell’ambiente. Le applicazioni spaziano dalla mitigazione delle emissioni all’adattamento al cambiamento climatico.

Nel campo della mitigazione, l’IA viene impiegata per ottimizzare le risorse computazionali e i sistemi di raffreddamento dei grandi data center, riducendo così il loro impatto ambientale. Inoltre, l’IA applicata ai dati satellitari permette di individuare emissioni di gas fuori controllo in regioni remote, contribuendo al monitoraggio e alla riduzione delle emissioni globali.

Per quanto riguarda l’adattamento, l’IA rende accessibili a un pubblico più ampio le valutazioni di rischio climatico, che in precedenza erano limitate a perimetri ristretti e richiedevano costose simulazioni numeriche e consulenze specializzate.

Verso un futuro più resiliente

L’integrazione di dati satellitari e intelligenza artificiale sta aprendo nuove frontiere nella gestione dei rischi climatici. Questi strumenti permettono di creare mappe di rischio più aggiornate, uniformi e complete rispetto a quelle tradizionali, offrendo una copertura omogenea su vasti territori.

Guardando al futuro, se gli algoritmi diventeranno sempre più accurati e i calcoli veloci da eseguire, sarà possibile simulare il rischio in diversi scenari di intervento e consigliare gli investimenti più efficaci per la resilienza climatica: ad esempio, quali infrastrutture costruire. Mentre il clima continua a cambiare rapidamente, la tecnologia si sta evolvendo ancora più velocemente, offrendo speranza e strumenti concreti per affrontare una delle sfide più pressanti del nostro tempo.

La combinazione di osservazioni satellitari sempre più precise e algoritmi di IA sempre più sofisticati promette di rivoluzionare il modo in cui comprendiamo, prevediamo e ci adattiamo ai cambiamenti climatici, aprendo la strada a un futuro più resiliente e sostenibile.

Chiara Mugnai è cofondatrice e Chief Data Scientist di Eoliann, startup italiana che fornisce dati di stima del rischio fisico climatico, sfruttando l’intelligenza artificiale e i dati satellitari. Nel tempo libero scrive, canta e ascolta podcast.

Federico D’Albenzio è Business Developer di Eoliann.

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