L’opinione di Luca Longo, Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali – Istituto Eni Donegani
Audi produce energia elettrica dai suoi impianti eolici e solari.Il surplus di energia elettrica che non sono in grado di utilizzare al momento in cui viene prodotto, viene impiegato per l’elettrolisi dell’acqua, ottenendo idrogeno ed ossigeno molecolari (variazione di entalpia fortemente positiva).
Quindi, l’idrogeno ottenuto viene fatto reagire con l’anidride carbonica generata negli stessi impianti Audi allo scopo di
sequestrare il gas serra ed allo stesso tempo ottenere metano.
Si tratterebbe di una produzione in tre passaggi: da impianti eolici o solari convenzionali si ottiene energia elettrica, questa viene
impiegata per elettrolizzare l’acqua ottenendo idrogeno e quest’ultimo viene fatto reagire con l’anidride carbonica per ottenere metano.
Probabilmente Audi ha ritenuto opportuno aggiungere quest’ultimo passaggio per ottenere metano che è già largamente diffuso per
l’autotrazione o per il riscaldamento civile ed industriale, mentre le auto a idrogeno si trovano ancora a livello di prototipi.
Al Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali – Istituto Eni Donegani di Novara siamo… un passo avanti: abbiamo già realizzato
alcuni impianti pilota per la fotoproduzione di idrogeno direttamente da energia solare per fotosplitting dell’acqua senza necessita’ di trasformare l’energia solare in energia elettrica per poi convertirla nuovamente in energia chimica.
Con la nostra tecnologia, prendiamo poi l’idrogeno prodotto e lo utilizziamo tal quale in celle a combustibile (o eventuali future
“auto a idrogeno”) che lo riportano ad acqua rendendo nuovamente disponibile l’energia immagazzinata nell’idrogeno molecolare senza
ulteriori passaggi.
Questa scelta permette una efficienza più elevata perché non richiede né il primo passaggio da energia rinnovabile ad energia
elettrica, né l’ultimo da idrogeno a metano eliminando le dispersioni entropiche connesse con entrambi questi passaggi.