Un nuovo programma ricrea i rumori del posto di lavoro, aumentando la produttività di chi si trova in smart working.
di Tanya Basu
All’inizio di quest’anno, prima della pandemia e del lockdown, l’ingegnere del suono Stéphane Pigeon ha ricevuto una richiesta insolita: prenderebbe in considerazione la possibilità di creare un ambiente sonoro che replicasse quello dell’ufficio? Dopo le resistenze iniziali, Pigeon ha creato myNoise.net, che è diventato un cult tra le persone che ricercano un sottofondo ambientale per concentrarsi sul lavoro.
Dalla sua uscita a marzo, ci sono stati 250.000 streaming di Calm Office, rendendola uno delle “colonne sonore” più popolari su myNoise. Gli utenti possono regolare il volume di determinati effetti sonori e toni utilizzando una serie di cursori animati. Pigeon è ancora sconcertato dal fatto che i ronzii dei fax e le conversazioni in lontananza di Calm Office siano diventati così popolari.
La decompressione emotiva
Dopotutto, le persone che usano le suggestioni sonore per concentrarsi hanno tradizionalmente virato verso il mondo naturale: la pioggia, il vento ,il cinguettio degli uccelli. Negli ultimi anni, il “lo-fi chill” e altre forme di “focus music” sono diventate così popolari che ora ci sono numerosi canali YouTube dedicati al genere.
Questi canali, tuttavia, sono stati tradizionalmente rivolti agli studenti universitari che cercano di studiare, isolandosi dai loro compagni di stanza. La quarantena ha creato una necessità di rumore di sottofondo tra i colletti bianchi, che erano abituati a entrare in ufficio accolti da un ambiente di lavoro stimolante.
Giedrius Norvilas, un 28enne che lavora in una startup tecnologica a Belfast, in Irlanda, afferma che il suono delle tastiere su Sound of Collriptions, lo ha fatto sentire “al sicuro”. “Il ticchettio di qualcun altro che preme i tasti è il segnale che ci sono persone intorno a me”, egli dice.
Sound of Colleauges, come Calm Office di Pigeon, all’inizio doveva essere poco più di un gioco. Si tratta di un prodotto di due agenzie pubblicitarie svedesi, Familjen Stockholm e Red Pipe, e riproduce i rumori in un ufficio di una macchina da caffè, dei telefoni, della pioggia sulla finestra e persino di un cane.
Tobias Norman, il fondatore di Red Pipe, afferma di ricevere email da utenti soddisfatti del sito. “Ne ho appena ricevuta una da un utente in Australia che ha detto che non avrebbe mai pensato che gli sarebbe mancato l’ufficio, ma gli è successo”, egli spiega. “Come sottofondo usa Sound of Colleauges; l’unica cosa che gli manca ancora è il suono del microonde “Pling!”
Un cambio di prospettiva
L’australiano è uno degli 1,2 milioni di utenti che hanno spinto Norman e i suoi colleghi a creare una lista su Spotify ancora più specifica: “Mattina presto, vicino di scrivania che fa colazione”, “Collega fastidioso e reazione sorprendente”, “Ufficio anni 1990 con telefoni fissi che squillano”. In altre parole, tutto ciò che la ricerca sostiene renda difficile la concentrazione dei lavoratori negli uffici open space e possa compromettere la produttività.
Nick Perham, della Cardiff Metropolitan University nel Regno Unito, ha studiato i rumori di sottofondo e i suoni d’ufficio. In uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista “Noise Health”, lui e sua moglie, Helen Hodgetts, hanno scoperto che i rumori dell’ufficio possono influenzare negativamente sia la capacità di ricordare le informazioni sia le abilità aritmetiche mentali, in particolare quando il rumore coinvolge conversazioni comprensibili.
Ma il suono di sottofondo di un ufficio creato da queste playlist dovrebbe funzionare in modo diverso, afferma Perham. Prodotti come myNoise e Sound of Colleauges aiutano a creare l ‘”effetto bolla” sperimentato in un bar: voci e suoni si fondono, aiutando le persone a concentrarsi.
In ogni caso, per molti lavoratori i suoni dell’ufficio possono portare un certo tipo di comfort. “Alcuni giorni userò suoni della natura come quelli di foreste o oceani; altri giorni, suoni melodici; e altri giorni ancora, suoni legati alle persone come i rumori dell’ufficio”, dice Brynley Louise, una scrittrice di 24 anni che vive nel Pacifico nord-occidentale
Ed è forse questo di cui si va alla ricerca quando si cerca di ricreare l’ambiente dell’ufficio: un senso di normalità. La speranza è che un giorno potremo di nuovo essere infastiditi dal rumore di un ascensore, dal collega che picchia in modo aggressivo sulla tastiera o che fa colazione accanto a noi.
(rp)