La stella a noi più vicina potrebbe nascondere un nuovo pianeta

Un secondo pianeta potrebbe orbitare Proxima Centauri, la stella più vicina alla nostra a 4,24 anni luce dalla Terra.

di Neel V. Patel

Secondo nuove prove pubblicate da Science Advances, è possibile che Proxima b, un mondo potenzialmente abitabile in orbita attorno a Proxima Centauri, abbia un fratello gigante.

Inevitabilmente, il suo nome sarebbe Proxima c. Non ne conosciamo la potenziale massa precisa, ma dalle prove raccolte sinora, sarebbe almeno 5,8 volte più massiccio della Terra. Potrebbe trattarsi di una “super-Terra” rocciosa o un “mini-Nettuno” gassoso, con un’orbita di 5.2 anni attorno a Proxima Centauri, una stella nana rossa. Sarebbe quasi sicuramente inabitabile, con una temperatura media di circa -233,15°C.

Proxima b, scoperto nel 2016, è 1,3 volte la massa della Terra. Si tratta di un pianeta decisamente roccioso con un’orbita attorno alla propria stella della durata di 11.2 giorni terrestri. È anche posizionato nella zona abitabile di Proxima Centauri (dove le condizioni potrebbero essere abbastanza moderate da potenzialmente consentire all’acqua liquida di accumularsi in superficie). Ovviamente, osservazioni più recenti di Proxima b suggeriscono che sia regolarmente colpito da bagliori solari e radiazioni, il che renderebbe sicuramente il pianeta inabitabile.

I nuovi dati sono soprattutto il risultato dell’analisi di dati raccolti in 18 anni dagli strumenti HARPS e UVES dell’Osservatorio Europeo Meridionale in Cile. Si tratta di due spettrografi che registrano la luce di un altro oggetto per poi sezionarla nelle sue lunghezze d’onda componenti per uno studio più approfondito. Alla fine, i ricercatori hanno notato tra questi dati un segnale periodico e persistente, segno di un possibile oggetto di dimensioni planetarie in orbita attorno a Proxima Centauri.

Secondo Fabio Del Sordo, coautore dello studio dell’Università di Creta, prima di questo studio non esistevano tracce reali prima della possibile esistenza di Proxima c. Molti scienziati avevano il sospetto che potesse esserci un altro corpo in orbita attorno a Proxima Centauri, anche se si aspettavano che si trattasse di un oggetto dal periodo orbitale più breve. “In questo senso la nostra scoperta è stata quasi fortuita”, afferma.

Gli autori sono convinti che una prova definitiva, in un senso o nell’altro, sull’esistenza di Proxima c possa venire dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, che gli astronomi stanno usando per osservare la posizione e le velocità di un miliardo di stelle nella Via Lattea. L’obiettivo della missione è utilizzare questi dati per mappare la galassia in tre dimensioni.

La prossima serie di dati della missione Gaia verra rilasciata entro la fine di quest’anno e del prossimo. Gli ultimi dati raccolti su Proxima Centauri dovrebbero confermare se i movimenti della stella sono in accordo con l’esistenza di un potenziale secondo pianeta o meno. A differenza dell’imaging diretto, i dati di Gaia non sarebbero in grado di confermare l’esistenza di Proxima c, ma potrebbero confutarla in maniera definitiva.

Pianeti massicci pianeti come questo si formano vicino alla “linea della neve” di una stella, il punto abbastanza lontano da una stella da consentire all’acqua di ghiacciare. Proxima c, se esiste, risiede ben oltre la linea della neve, il che significa che in qualche modo si è formata inspiegabilmente alla periferia del sistema, o che la regione di formazione del pianeta attorno a Proxima Centauri era molto più calda di quanto pensassimo. Scoprire cosa sia successo arricchirebbe quanto sappiamo della formazione dei sistemi planetari. Inoltre, se Proxima c esiste, gli astronomi saranno entusiasti di sapere se ha un’influenza tangibile su Proxima b.

(lo)

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