Con il pretesto di combattere le fake news, molti paesi stanno cercando di controllare i contenuti divulgati in rete.
di Charlotte Jee
Stando a un nuovo rapporto, l’autoritarismo digitale sta aumentando in corrispondenza con la stretta dei governi sulla libertà online. Il fenomeno starebbe interessando persino paesi come gli Stati Uniti d’America.
Le scoperte principali: La libertà di Internet è diminuita negli Stati Uniti in seguito all’abrogazione delle leggi sulla neutralità della rete; è quanto indicato dal rapporto stilato dal thinktank Freedom House.
Dei 65 paesi esaminati, 26 hanno riscontrato un calo nella libertà della rete. La metà dei cali sarebbe riconducibile a campagne elettorali. In queste circostanze, metà dei paesi ha constatato l’impiego di commentatori, bot e troll per cercare di manipolare le conversazioni online.
Quasi un terzo dei paesi ha approvato o proposto nuove leggi per limitare le attività dei canali media online con il pretesto di combattere le “fake news”. È stato riscontrato anche un incremento nelle operazioni di sorveglianza condotte da 18 paesi, molti dei quali stanno cercando di indebolire i processi di crittografia per ottenere il controllo incontrastato dei dati.
Lezioni dalla Cina: La Cina vanta il peggiore record del 2018. I suoi funzionari assistono altri paesi con seminari e corsi di autoritarismo digitale. Dei 65 paesi esaminati, 36 avrebbero partecipato a questi seminari; una statistica tutt’altro che positiva per il futuro.
Ciononostante, non tutte le notizie sono cattive… Social media, app e servizi di live streaming hanno tutti contribuito alla rivoluzione pacifica in Armenia. Gli autori del rapporto hanno anche citato l’esempio dell’Etiopia, il cui nuovo primo ministro ha liberato alcuni blogger imprigionati e promesso di alleviare le restrizioni alle comunicazioni online.
(MO)