La dominanza manuale

Il 4 e 5 aprile, all’Accademia dei Lincei avrà luogo una conferenza internazionale organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e dedicata al problema della prevalenza della destra sulla sinistra, con riferimento anche alle problematiche neurologiche e psichiatriche.

di Giordano Ventura

Sei destro? Sei mancino? Sei ambidestro? Non si tratta di domande marginali ed estemporanee, ma di un argomento di indubbio interesse scientifico e in particolare medico, perché associa la esperienza quotidiana di ognuno di noi con le ipotesi più complesse sul funzionamento del nostro sistema cerebrale. E non soltanto del nostro!

La cosiddetta “dominanza manuale”, vale a dire la prevalenza di una parte del corpo, per lo più la destra, 
nell’espletamento di compiti di carattere motorio, ma anche orientativo, infatti, non è una prerogativa della specie umana. Anche i pesci, gli uccelli, gli insetti, in particolare le api, e perfino i vermi hanno il cervello diviso in due emisferi a cui afferiscono diverse funzionalità destre e sinistre. Possono, quindi, anche essere mancini.

Secondo molti studiosi, la lateralità è presente in tutte le specie a prescindere dalla complessità e dalla dimensione del cervello.

Analizzando le somiglianze tra la dominanza manuale umana e le asimmetrie mostrate da altre creature nel mondo animale emerge chiaramente che la distribuzione della preferenza e della dominanza sono nettamente spostate a destra.

Negli uomini la prevalenza manuale dei destri è del 90 per cento rispetto ai mancini, mentre risulta minore nelle specie non umane: un poco più alta nei primati, più bassa nelle altre. Anche tra le popolazioni umane nel corso dell’evoluzione si notano differenze. Per esempio, si è ipotizzato che nelle popolazioni primitive, ancora prive di un linguaggio sufficientemente articolato, la differenza fosse meno significativa, a conferma che la componente ambientale potrebbe influenzare significativamente la dominanza manuale.

Approfondire la conoscenza di questi fenomeni e di come il cervello suddivide le funzioni tra destra e sinistra potrà tornare utile allo studio di disturbi neurologici, psichiatrici e anche all’autismo, per il quale si stanno sperimentando controlli precoci sulla lateralità del cervello già a livello fetale. È interessante notare che tra le persone autistiche il mancinismo si manifesta con maggiore frequenza.

Infine, una importante applicazione di questi studi riguarda anche lo sviluppo di protesi e robot per gli amputati, che utilizzano i segnali del cervello per comandare arti artificiali.

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