A riprova della validità di questa tecnologia, persino la Banca Mondiale lascerà gestire transazioni a una blockchain.
di Mike Orcutt
La Banca Mondiale ha annunciato di aver assunto una delle principali banche australiane per gestire quella che descrive come “il primo bond a essere creato, allocato, trasferito e gestito” utilizzando una blockchain – uno dei segnali più chiari che la tecnologia sta diventando mainstream.
Il “bond-i”: La Banca Mondiale, che ogni anno rilascia intorno ai $50-60 miliardi in bond per finanziare progetti di sviluppo sostenibile nei paesi emergenti, ritiene che la tecnologia della blockchain possa rendere il processo più efficiente riducendo il numero di intermediari necessari. La banca non ha indicato quando partirà il “nuovo strumento di debito operato da blockchain” (che, apparentemente, prenderà il nome di una famosa spiaggia australiana), ma l’interesse degli investitori “è risultato forte”, stando a quanto riportato dai giornali.
Diverso da Bitcoin: Non sono ancora noti molti dettagli tecnici o logistici sul funzionamento del sistema. A differenza di Bitcoin, dove chiunque può partecipare ai processi di estrazione e verifica delle transazioni, la Banca Montiale ricorrerà a una versione privata di Ethereum dove i validatori dovranno disporre di un permesso per operare. L’infrastruttura computazionale opererà tramite la piattaforma cloud Azure di Microsoft.
Un trend emergente: L’idea di ricorrere alle blockchain per gestire bond sta prendendo sempre più piede. L’anno scorso, una società inglese ha rilasciato un bond attraverso la blockchain pubblica di Ethereum. Il governo cittadino di berkeley, California, sta valutando l’utilizzo di una blockchain per produrre bond municipali. La decisione della banca Mondiale rappresenta, ad oggi, il più importante segnale di accettazione della tecnologia.
(MO)