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Il piano prevede l’investimento di più di 43 miliardi nel settore dei microchip per posizionare l’Europa come leader del mercato e proteggersi dalle crisi di approvvigionamento globali

di Lisa Ovi

Uno dei primi effetti della pandemia è stato il taglio nella produzione di chip per computer, provocato dalla decisione degli acquirenti, case automobilistiche in testa, di ridurre drasticamente gli ordini nel timore di una recessione globale. Far ripartire gli impianti di semi conduttori si è rivelato meno semplice del previsto: alle difficoltà delle ondate pandemiche ed all’effetto valanga delle riaperture, si sono aggiunti fattori come la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti o la siccità di Taiwan del 2021.

La stragrande maggioranza dei chip mondiali è prodotta in Cina oppure negli Stati Uniti. Questa situazione posiziona l’industria europea in una disagevole condizione di dipendenza da fattori esterni su cui non ha controllo e che influenzano, in particolare, un settore fondamentale come quello automobilistico (13,8 milioni di posti di lavoro, pari al 6,1% dell’occupazione totale nell’UE).

Oggi, con l’obiettivo di promuovere una maggiore autosufficienza in questo campo che considera tecnologicamente ed economicamente critico, la Commissione europea ha lanciato lo European Chips Act, un piano di investimento da oltre 43 miliardi di euro per sviluppare l’industria dei semiconduttori in Europa,.

L’EU Chips Act mira a creare un fiorente settore dei semiconduttori dalla ricerca alla produzione e una catena di approvvigionamento resiliente a partire dai punti di forza dell’Europa – organizzazioni, reti di ricerca e tecnologia leader a livello mondiale, nonché una serie di produttori di apparecchiature all’avanguardia. Fondamentale sarà la messa a punto di misure preventive per anticipare e rispondere rapidamente a qualsiasi futura interruzione delle catene di approvvigionamento. Consentirà all’UE di realizzare la sua ambizione di raddoppiare la sua attuale quota di mercato al 20% nel 2030.

Fondamentale sarà la creazione di un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare l’offerta di semiconduttori, stimare la domanda e anticipare le carenze, nonché reagire rapidamente al bisogno facendo pieno uso degli strumenti nazionali e dell’UE. Il Chips Act sosterrà iniziative di istruzione, formazione, qualificazione e riqualificazione di studenti e lavoratori con programmi post-laurea in microelettronica, corsi di formazione a breve termine, collocamenti/tirocini e apprendistati e formazione in laboratori avanzati.

Il Chips Act non è che una delle iniziative volte a promuovere l’indipendenza dell’economia europea da influenze esterne.

(lo)