Il salvataggio di ZTE potrebbe rafforzare le ambizioni della Cina

A prescindere da quello che ne sarà di ZTE, l’aggressiva strategia adottata dall’amministrazione Trump potrebbe favorire maggiormente la Cina.

di Will Knight

Il governo degli Stati Uniti ha raggiunto un accordo con ZTE per alleviare le pesanti sanzioni che avevano messo in ginocchio la società di smartphone cinese. Questa inversione di rotta non è che l’ultima di una lunga serie di acrobazie nella guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina.

Il nuovo accordo: Wilbur Ross, segretario per il commercio degli Stati Uniti, ha detto alla CNBC che l’accordo prevede il pagamento di una multa da $1 miliardo da parte di ZTE per aver violato gli accordi commerciali con il paese trattando con Iran e Corea del Nord. La società dovrà anche assumere un team approvato dagli Stati Uniti e rimpiazzare i membri del suo consiglio di amministrazione.

Non così in fretta: Non tutti hanno accolto l’idea; alcuni legislatori degli Stati Uniti starebbero già valutando soluzioni per bloccare il nuovo accordo e imporre nuovamente le sanzioni che avevano permesso di salvaguardare tecnologie ed esperienze statunitensi dal rischio di finire nelle mani della società cinese. Queste contromisure avevano messo ZTE in tale difficoltà da metterne a rischio il business.

Un piano rischioso: Qualunque cosa succeda a ZTE, la posizione aggressiva dell’amministrazione Trump nei confronti della Cina avrà sicuramente effetti indesiderati. La condizione in cui si è trovata ZTE ha attirato una notevole attenzione in Cina e potrebbe promuovere una spinta del governo ad assicurare una maggiore indipendenza dagli Stati Uniti per quanto riguarda lo sviluppo di tecnologie fondamentali. Il National Integrated Circuits Industry Investment Fund della Cina, uno sforzo volto a promuovere la crescita del paese nell’industria dei microchip, mira a raccogliere intorno a $32 miliardi per questo preciso fine.

(MO)

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