Il dilemma della transizione energetica: come riciclare le batterie

I materiali necessari a produrre batterie sono rari. È ora di imparare a riciclarli e riutilizzarli

Siamo andati tra le montagne nei dintorni di Reno, nel Nevada, per dare un’occhiata ad un impianto di riciclaggio delle batterie.

Arrivare a Reno è stato come entrare in un vecchio film western, tra rotoli di erbacce secche e cavalli selvatici della zona. Ma il Nevada occidentale è anche la sede di importanti centri tecnologici. Proprio qui si trovano la Tesla Gigafactory originale ed un nuovo enorme impianto di riciclaggio per le batterie della Redwood Materials.

La startup ha fatto parlare di sé nel mondo dei veicoli elettrici. Ideata dall’ex co-fondatore di Tesla e CTO JB Straubel, la Redwood ha raccolto oltre 700 milioni di dollari per riciclare vecchie batterie e recuperare i materiali necessari a quelle nuove. Ha firmato accordi con case automobilistiche, giganti delle batterie e persino rivenditori al dettaglio come Amazon.

Riciclare le batterie potrebbe essere più di una semplice alternativa alla discarica per le batterie scariche. Secondo alcuni esperti, le vecchie batterie potrebbero essere una fonte significativa di quei materiali critici che finiranno inevitabilmente per scarseggiare quando la richiesta di batterie salirà alle stelle.

Gli impianti di riciclaggio potrebbero rivelarsi indispensabili per modificare le dinamiche energetiche globali e le catene di approvvigionamento delle batterie.

I nuovi crediti d’imposta sui veicoli elettrici varati negli Stati Uniti comportano restrizioni sull’approvvigionamento dei materiali, quindi l’utilizzo di materiali riciclati negli Stati Uniti potrebbe essere un’alternativa valida per le case automobilistiche che devono produrre idonei.

All’inizio di quest’anno, la Redwood Materials ha annunciato di aver investito 3,5 miliardi di dollari nella costruzione di un impianto di riciclaggio per batterie in Nevada. La società prevede che il sito possa generare, entro il 2025, materiale sufficiente a produrre circa 100 gigawattora di nuove batterie, l’equivalente di circa un milione di veicoli elettrici. L’azienda prevede di riuscire ad avviare le prime operazioni entro la fine dell’anno.

Abbiamo visitato il sito con giubbotti di sicurezza ed elmetti, esplorando le fondamenta quanto il telaio dell’edificio idrometallurgico, dove i materiali delle batterie selezionati e frantumati passeranno attraverso un processo chimico per isolare i metalli più preziosi: litio, nichel, cobalto , e rame.

In un edificio di produzione isolato, il rame riciclato verrà trasformato in lastre di rame, che la Redwood venderà ai produttori di batterie. Il macchinario preposto alla lavorazione del rame prende attualmente solo un angolino dell’edificio, lasciando molto spazio alla futura espansione delle operazioni.

Il tour si è concluso in un vasto parcheggio dove la Redwood sta accumulando alcune delle batterie che raccolte in fase di costruzione: quasi mezzo Km quadrato di scatole piene di laptop, moduli EV e persino vecchi giocattoli.

Sono rimasta affascinata dagli elementi costitutivi della transizione energetica. Le domande sui nuovi tipi di batteria, si tratti di uns batteria in plastica o di una batteria solida, si accompagnano sempre a richieste di risposta sulle procedure di riciclaggio.

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