Il cervello delle gemelline cinesi geneticamente modificate potrebbe essere stato potenziato

Nuove ricerche sembrerebbero indicare che il controverso esperimento cinese volto alla creazione di esseri umani immuni all’HIV potrebbe aver inavvertitamente potenziato la loro capacità di imparare e creare nuove memorie.

di Antonio Regalado

I cervelli di Lulu e Nana, le due gemelle geneticamente modificate con il CRISPR l’anno scorso in Cina, potrebbero essere particolarmente portati all’apprendimento ed alla memoria.

L’obiettivo originale dell’esperimento era creare esseri umani immuni all’HIV. Secondo nuovi studi, la modifica genetica scelta per ottenere questo scopo, l’eliminazione del gene chiamato CCR5, non solo renderebbe i topi più intelligenti, ma porterebbe anche ad un incremento delle capacità di recupero del cervello umano dopo un ictus, e possibilmente a maggiori possibilità di successo scolastico.
Secondo Alcino J. Silva, neurobiologo della University of California, al cui laboratorio si deve la scoperta degli effetti del gene CCR5 sulla memoria e sulla capacità del cervello di formare nuove connessioni, “Possiamo aspettarci che queste mutazioni abbiano un impatto sulle funzioni cognitive delle gemelle.” Non sappiamo, però, in che modo si manifesterà questo impatto, motivo per cui non dovremmo condurre questi esperimenti.

L’esperimento della squadra cinese, guidata da He Jiankui, della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, è stato apertamente condannato ed ha portato ad indagini anche sui possibili promotori occidentali della ricerca. La notizia della nascita delle bambine ha riaperto le discussioni su di una possibile corsa tra USA e Cina per la creazione di esseri umani super-intelligenti.

Ottenere risultati cognitivi dall’esperimento non sarebbe stato un obiettivo di He Jiankui, che non sembra aver consultato neuroscienziati. È però improbabile che He non fosse a conoscenza del collegamento tra CCR5 e capacità cognitive, dimostrato nel 2016 da Zhou e Silva, secondo i cui esperimenti, la rimozione del gene nei topi portava ad un incremento delle capacità mnemoniche.

Secondo Silva, i risultati della ricerca avrebbero attirato l’interesse di molti personaggi della Silicon Valley fin troppo interessati alla creazione di bambini geneticamente modificati. Durante il summit sul gene editing tenutosi ad Hong Kong due giorni dopo la rivelazione della nascita delle gemelline, He stesso ha ammesso di essere a conoscenza dei risultati della ricerca condotta presso la UCLA: “Ho letto lo studio, ma credo necessiti di verifiche indipendenti,” ha dichiarato, aggiungendo anche, “Sono contrario all’utilizzo del gene editing per potenziare gli esseri umani.”

Silva ed una squadra mista di ricercatori statunitensi e israeliani hanno ora pubblicato su Cell un nuovo studio che confermerebbe il ruolo del CCR5 nella soppressione della creazione di memorie e nuove connessioni sinaptiche.
Le nuove scoperte sul CCR5 hanno già portato a test clinici condotti su pazienti affetti da ictus e HIV a cui viene somministrato un farmaco anti-HIV chiamato Maraviroc, capace di inibire chimicamente il CCR5, per verificare eventuali miglioramenti dal punto di vista cognitivo.

Secondo Silva, ci sarebbe una bella differenza tra cercare di correggere deficit in pazienti malati e cercare di creare esseri umani super-intelligenti. “Un conto è testare medicine per pazienti ammalati, altra cosa è pasticciare con il DNA o i processi chimici di un individuo sano,” spiega. “Non ne sappiamo abbastanza per farlo. La Natura si regge su equilibri delicati.”

Immagine: John Ueland

(lo)

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