L’azienda ha affermato che smetterà di sviluppare o vendere software di riconoscimento facciale a causa dei timori che la tecnologia venga utilizzata per incoraggiare il razzismo.
di Charlotte Je
In una lettera al Congresso, il CEO di IBM Arvind Krishna ha affermato che il gigante della tecnologia si oppone a qualsiasi tecnologia utilizzata “per la sorveglianza di massa, la profilazione razziale, le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. Ha invitato, inoltre, a un “dialogo nazionale” sull’opportunità che la tecnologia di riconoscimento facciale sia utilizzata dalle forze dell’ordine.
La lettera chiedeva anche nuove regole federali per limitare gli abusi della polizia e una maggiore formazione e istruzione per migliorare le opportunità economiche per le persone di colore. Attivisti ed esperti hanno sottolineato per anni che i sistemi di riconoscimento facciale lasciano spazio a potenziali utilizzi distorti. Le loro preoccupazioni sembrano legittime.
Lo scorso anno, uno studio autorevole del National Institute of Standards and Technology ha confermato che la maggior parte degli algoritmi di riconoscimento facciale ha ottenuto risultati di dubbio valore su volti di persone non bianche.
IBM è la prima grande azienda tecnologica a ritirarsi dallo sviluppo della tecnologia. Anche se la notizia è stata accolta positivamente in ambito tecnologico, soprattutto da chi è preoccupato per gli abusi del riconoscimento facciale, i critici hanno sottolineatoche per IBM non è certo un grande sacrificio uscire da un mercato del quale aveva a malapena varcato la soglia.
Nonostante ciò, è da rimarcare come ancora una volta una grande azienda tecnologica prenda una posizione morale insolitamente forte su un argomento che divide l’opinione pubblica. Il momento politico, inoltre, è particolarmente tempestivo, viste le continue proteste contro la violenza della polizia e il razzismo negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Ma non è ancora chiaro se sarà una presa di posizione isolata da parte di IBM o una strategia più generale che potrebbe coinvolgere altre aziende tecnologiche.
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