I piccoli gruppi di homeschooling sono sempre più diffusi

Non tutte le famiglie hanno i mezzi per assumere tutor privati o lo spazio per ospitare lezioni nelle loro case.

di Tanya Basu

Nelle ultime settimane, si sono andati affermando nuovi termini nei gruppi di genitori sui social media: bolle anticontagio, microscuola, istruzione domestica. Questa terminologia fa riferimento a piccoli numeri di studenti che intendono studiare nella stessa casa questo autunno in previsione del difficile nuovo anno scolastico. 

Non si sta parlando solo di homeschooling. Mentre i governi locali e federali continuano a litigare sui rischi di rimandare i bambini a scuola, i genitori stanno raccogliendo freneticamente gruppi di bambini di età simile a cui insegnare a casa. L’idea è di unirsi per pagare lezioni private o delegare la supervisione a un genitore single, permettendo agli altri di tornare al lavoro. Queste “bolle” dovrebbero anche permettere di mantenere il rispetto di alcuni degli aspetti sociali della scuola senza il rischio di contagio insito nello stipare dozzine di bambini nella stessa aula. 

I gruppi assumono molte forme. In alcuni, le famiglie rispettano le regole della bolla di quarantena, accettando di non interagire con nessuno al di fuori del gruppo. Altri sono messi insieme con gli strumenti delle reti moderne (Google Docs, Nextdoor, gruppi di Facebook) e prevedono programmi che ruotano i bambini tra ambienti esterni e interni, con l’obbligo di indossare le mascherine durante le lezioni. 

In alcuni casi si prende consapevolmente il posto della scuola a causa dei problemi di sicurezza; in altri i gruppi integrano gli orari delle scuole autunnali per aiutare a mantenere il distanziamento sociale. A volte i genitori intervengono in prima persona, a volte contattano insegnanti pensionati o laureati per portare avanti programmi di istruzione. (Si veda link)

Alcuni imprenditori stanno sfruttando il momento. Alice Locatelli ha fondato thecopod.com poche settimane fa. Chi è interessato inserisce la posizione e le esigenze: l’età dei bambini, se sono necessarie mascherine, la periodicità degli incontri e altro ancora. Quindi viene abbinato ad altre famiglie ed educatori. Quando ho detto che suonava come un algoritmo di app di appuntamenti per l’istruzione domestica, Locatelli ha riso. “Ci piace definirlo come un eHarmony per gruppi di apprendimento”, ha risposto.

Locatelli, che ha una formazione specifica in materia di istruzione e tecnologia, afferma che l’idea le è venuta quando si è resa conto dell’esistenza di una forte richiesta in tal senso. “Era il momento di proporre qualcosa in grande stile”, ella afferma. Così lei e il suo socio in affari hanno aggregato alcune delle domande più comuni sulla formazione dei gruppi in un semplice modulo che le persone possono compilare al momento della registrazione. La risposta è stata immediata. Locatelli afferma che ora ha utenti in tutto il paese, concentrati principalmente in città come San Francisco, Chicago e New York.

Prima della pandemia, Mike Teng, fondatore di Swing Education, ha aperto nuove strade con il suo servizio di insegnanti “supplenti” nelle scuole. Ora, sta pianificando un’istruzione in loco con le scuole e offre anche insegnanti per l’apprendimento in piccoli gruppi attraverso un programma chiamato Bubbles. Teng afferma che gli insegnanti sono entusiasti della “prospettiva di un reddito costante senza il rischio di avere tante persone intorno”. 

Lo proposta sta decollando. Teng afferma che il costo è compreso tra i 1.200 e i 1.500 dollari a settimana per gruppo, a seconda delle dimensioni, delle ore e della località. “Ci siamo rivolti ad alcune chiese e agenti immobiliari commerciali per garantire più spazio alle famiglie che hanno case piccole”, egli afferma. “Non vediamo la nostra attività come sostitutiva delle scuole pubbliche, ma come un servizio di sostegno”.

Il digital divide

Ma in un anno segnato da calcoli e proteste razziali, il fatto incontestabile è che questi gruppi sono quasi esclusivamente bianchi, in ottima salute e benestanti. La ragione principale è che i lavoratori in prima linea, che il Center for Economic and Policy Research classifica come commesse, infermieri, addetti alle pulizie e ai trasporti, magazzinieri , sono prevalentemente persone di colore. Questi lavoratori spesso guadagnano salari orari senza benefit e non sono in grado di svolgere il proprio lavoro da casa. Per definizione, ciò rende i gruppi d’istruzione fuori portata per molti.

“Il divario della ricchezza tra diverse etnie è reale”, afferma Nikolai Pizarro, una mamma in cerca di casa che ha fondato un gruppo di Facebook chiamato BIPOC-led pandemic pods and microschool e un account Instagram, Raisingreaders, dedicato a “insegnare ai genitori di Neri e Latini come creare un ambiente di alfabetizzazione d’alta qualità”.

Pizarro afferma di avere una moltitudine di nuovi utenti che pubblicano sul suo gruppo Facebook domande su come far studiare a casa i propri figli mentre lavorano.  Di recente, le richieste sono state così alte che ha creato webinar attraverso Eventbrite per ospitare sessioni Zoom due volte a settimana, registrando a ogni incotro un paio di centinaia di persone “al minimo”. 

Ma le differenze non si fermano alla diversità etnica e socioeconomica. Gli studenti con problemi d’attenzione o, più in generale, di apprendimento richiedono spesso l’intervento professionale e individualizzato di un educatore. Non è economico o facilmente accessibile e spesso i gruppi non dispongono di tali risorse. Anche i rifugiati, gli studenti che parlano inglese come seconda lingua e chi è in situazioni familiari difficili fanno fatica. Come studiare in mancanza della sicurezza sociale e fisica di una scuola?

Cassandra Kaczocha, di Chicago, è una convinta sostenitrice delle scuole pubbliche. Lei sostiene che spesso ciò che manca tra le famiglie “povere” con cui lavora è la padronanza della tecnologia. “Diffondiamo informazioni sul micropodding tramite messaggi di testo, volantini e fornendo supporto telefonico in sette lingue, ma una volta che i bambini stanno insieme, il tutoraggio è un “ostacolo”, con alcuni non in grado di accedere a Internet o ai sistemi di supporto online”. Questo è il motivo per cui vogliamo costruire supporti e gruppi di comunità in cui le persone abbiano talenti diversi e possano aiutarsi tra loro”, ella spiega. Un genitore, per esempio, potrebbe cucinare la cena per i bambini mentre un altro aiuta a configurare i Chromebook.

Questioni legali

Sia Teng che Locatelli ammettono che le loro aziende vengono incontro a coloro che possono pagare, ma insistono sul fatto che prestano attenzione a gruppi che potrebbero non avere accesso ai gruppi. Per esempio, secondo un post che ha pubblicato su LinkedIn, Teng ha stanziato sussidi per compensare i costi di 50.000 studenti in California. Locatelli,a sua volta, spera che l’algoritmo di CoPod aiuti le famiglie a connettersi con altri che potrebbero non aver incontrato attraverso i gruppi su Nextdoor o Facebook.

C’è anche la speranza che questi pod possano aiutare le madri che lavorano, in particolare, a conservare il proprio lavoro. Finora le donne sono state sicuramente le più colpite dalla pandemia. A giugno, l’ 11,2 per cento delle donne era disoccupata, rispetto al 3,3 per cento dell’anno precedente. Si tratta di un dato di oltre un punto percentuale peggiore rispetto agli uomini nello stesso periodo. 

Le donne nere e latine registrano tassi di disoccupazione ancora più elevati: rispettivamente il 14 e il 15,3 per cento. “L’assistenza all’infanzia ricade in maniera sproporzionata sulle donne e temo decisamente che un effetto della pandemia sia che le donne finiranno per uscire dalla forza lavoro in numero sproporzionatamente elevato a causa delle falle nell’assistenza all’infanzia provocate dalla chiusura fisica delle scuole”, afferma Teng. 

La risposta dell’attuale comunità di homeschooling è stata finora variegata. Farrar Williams, una madre di Washington DC che gestisce un servizio di consulenza per homeschooling, afferma che i suoi gruppi su Facebook e anche alcuni gruppi di Yahoo che pensava fossero ormai inattivi sono in pieno fermento. Anche i Google Docs circolano in gran numero. Molti genitori di homeschooling tradizionali sono sconvolti dal fatto che i gruppi stiano spuntando senza alcuna supervisione o senza dover rispettare le normative del loro stato. “A loro parere questo non è homeschooling”, afferma Williams.

È vero che alcuni pod potrebbero infrangere le leggi statali e variano anche all’interno delle stesse aree urbane. Nella zona di Washington DC, per esempio, le leggi del Maryland rendono illegale per i genitori che si rivolgono all’homeschooling assumere qualcun altro per insegnare ai bambini, ma la situazione è del tutto diversa nella vicina Virginia. Allo stesso modo, gli standard di accreditamento che il programma homeschooling deve soddisfare affinché gli studenti possano ottenere l’accettazione al college differiscono per località.

Ma molte mamme lavoratrici con cui ho parlato, prevalentemente responsabili della creazione dei gruppi, dicono che arriva il momento in cui devono prendere una decisione: lasciare il lavoro e diventare tutor o assumere qualcuno? “Prima della pandemia, mi stavo organizzando per l’autunno. Ora vedo quel sogno sgretolarsi”, dice Christiana Thomas, una professionista della comunicazione della Contea di Ventura, fuori Los Angeles. Thomas è ancora alla ricerca di compagni per il gruppo dei suoi figli, che frequentano la sesta e la nona classe.

Riconosce di avere il privilegio di poter lavorare da casa, supervisionare le pause dal lavoro, ospitare in casa sua i bambini distanziati e con le mascherine, persino farli lavorare fuori in modo intermittente grazie alle temperature più miti della California meridionale. Ma dice anche che malgrado le sue risorse si sente persa, con o senza tecnologia. “Non possiamo affrontare l’autunno come abbiamo fatto in primavera. Devo trovare persone con cui organizzare un gruppo”, conclude. “Ho solo bisogno di aiuto.”

Immagine: Ms Tech / Pixabay

(rp)

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