Skip to main content

Il segreto per arrestare l’apocalisse dei robot? L’esperienza che i robot non hanno.

di Erin Winick

La flotta di robot automatizzati di Amazon, giunta ormai a oltre 100.000 macchine, sta lavorando al fianco dei dipendenti umani per rispondere all’incredibile domanda di smistamento cui è soggetto il gigante dell’e-commerce.

I robot della società trasportano l’inventario all’interno degli imponenti magazzini, selezionando tutti gli oggetti ordinati da un cliente e riducendo la necessità di ricorrere a personale umano per la gestione dei prodotti. Eppure Tye Brady, chief technologist di Amazon, è fermamente convinto che i robot stiano migliorando l’efficienza degli esseri umani piuttosto che eliminandone le mansioni all’interno dei magazzini.

Quanto ad assunzioni, Amazon ha marciato a tutta velocità fino ad assumere oltre 500.000 dipendenti. Brady vede nei robot una risorsa fondamentale per questa crescita. “Quando si ha a che fare con decine di migliaia di ordini effettuati simultaneamente, ci si scontra con i limiti dell’uomo”, ha detto agli spettatori della prima conferenza EmTech Next di MIT Technology Review.

Gli esseri umani offrono ancora alcune competenze necessarie per portare a termine il processo di smistamento, quali destrezza, adattabilità e buon senso. Quando una confezione di burro per popcorn è caduta accidentalmente da una vaschetta ed è stata travolta dalle ruote dei robot di passaggio, ad esempio, solo un intervento umano ha permesso di risolvere il problema . “I robot continuavano a passare sopra la chiazza di burro, scivolandovi sopra e riportando un codice di errore”, racconta Brady.

Per quanto non abbiano portato a licenziamenti all’interno di Amazon, i tentativi della società di migliorare l’efficienza dei processi di smistamento automatizzati ha contribuito alla perdita di un gran numero di posti di lavoro nel mondo della vendita al dettaglio, con effetti ancor più evidenti sulle donne. Persino i suoi negozi con casse automatizzate potrebbero stravolgere il mondo del lavoro nel settore.

Ciononostante, la società continua a offrire servizi pensati per consentire alle piccole imprese di accedere alla sua piattaforma, nel tentativo di mitigare parte di questi effetti negativi. “Abbiamo osservato una forma di ‘appagamento’ tramite Amazon”, spiega Brady. “È emerso che oltre metà dell’inventario viene venduta da fornitori di terze parti. Si tratta dei piccoli negozi di cui il mondo è pieno. È stato un grande successo per queste piccole imprese”.

(MO)