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Un nuovo studio avanza l’idea che gli antichi umani avrebbero potuto bollire il loro cibo nelle sorgenti termali.

di Jennifer Chu

In che modo i primi uomini preparavano il cibo prima di padroneggiare l’uso del fuoco? La ricerca guidata da Roger Summons dell’Earth, Atmospheric, and Planetary Sciences del MIT ha avanzato l’ipotesi che abbiano approfittato delle sorgenti termali per bollire quanto avevano da mangiare. 

Studiando i sedimenti depositati circa 1,7 milioni di anni fa vicino alla gola di Olduvai, in Tanzania, dove gli antropologi hanno scoperto molti fossili di ominidi e strumenti di pietra, l’autore principale Ainara Sistiaga, del MIT e l’Università di Copenaghen sono rimasti sorpresi di trovare lipidi prodotti dai batteri che prosperano solo in acque come le sorgenti calde del Parco Nazionale di Yellowstone.

La firma di questi batteri amanti del calore nei sedimenti suggerisce che sorgenti simili esistessero vicino a quei siti quando i primi umani vivevano lì. “Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che i ricercatori hanno fornito prove concrete della possibilità che le persone usassero gli ambienti idrotermali come luogo in cui radunare gli animali e cucinare”, dice Summons.

Sebbene non si sappia come o anche se questi antenati umani abbiano usato le sorgenti per cucinare, è stata avanzata l’ipotesi che avrebbero potuto macellare animali e immergere la carne nell’acqua calda, nonchè bollire radici e tuberi. Potrebbero persino aver ripescato animali che cadendo nelle acque avevano inavvertitamente perso la vita. “Se ci fosse stato uno gnu caduto in acqua e cotto per le alte temperature”, conclude Sistiaga, “perché non lo si sarebbe dovuto mangiare?” 

Foto: Ainara Sistiaga raccoglie campioni alla gola di Olduvai, in Tanzania.Ainara Sistiaga