Centocinquanta per due

Italia e MIT: un duplice compleanno all’insegna della collaborazione.

di Matteo Ovi 

Quest’anno, Italia e MIT hanno celebrato il 150esimo anniversario e, per sottolineare i forti legami che intercorrono tra loro, hanno deciso di festeggiare insieme. Così, sia presso l’Ambasciata italiana di Washington, sia a Boston, rappresentanti di entrambe le parti si sono riuniti per sottolineare il significato e l’importanza delle collaborazioni in atto e ribadire gli impegni necessari a rafforzarle.

La consolidata tradizione di contatti e collaborazioni tra Italia e MIT si alimenta di molteplici iniziative e attività: quelle dei professori e ricercatori italiani che operano istituzionalmente presso il MIT e quelle connesse ai contatti più personali tra chi ha studiato e lavorato sia su una sponda sia sull’altra dell’Atlantico. Non va dimenticato, inoltre, il contributo fornito negli anni da importanti aziende italiane (tra cui Enel, Eni, Finmeccanica, STMicroelectronics, Pirelli, Telecom) che hanno stretto rapporti con il MIT Industrial Liaison Program e la MIT Energy Initiative.

Alla base di questi contatti e collaborazioni sta il desiderio di conoscere, che trova la sua massima espressione in tutti quegli studenti italiani che scelgono di viaggiare per conoscere e crescere all’interno di alcuni dei laboratori e istituti di ricerca più qualificati al mondo. è qui che entrano in gioco il Programma MIT Italy, con quasi 80 studenti di dottorato e post dottorato provenienti dall’Italia, e i 50 studenti statunitensi che vengono in Italia ogni anno. Ed è per merito di organizzazioni quali il Progetto Rocca, il Progetto MITOR e il programma di scambio del dipartimento di Ingegneria meccanica del MIT che questi studenti stranieri possono essere accolti dalle Facoltà del Politecnico di Milano, Torino e Brescia e da importanti aziende italiane.

Infine, un ruolo rilevante gioca MITALY, l’Associazione degli Studenti Italiani al MIT, attraverso la quale tutti gli Italiani diretti a Boston possono creare contatti o trovare opportunità accademiche, culturali, professionali.

Partendo dal desiderio di ringraziare e allo stesso tempo incoraggiare tutte le figure coinvolte da questo flusso a collaborare sempre di più e meglio, il Consolato generale d’Italia, il Programma MIT Italy, l’Associazione MITALY e “Technology Review” Italia hanno deciso di contribuire alla organizzazione di questo evento, con riferimento ad alcuni obiettivi comuni: la creazione di nuove opportunità di scambio a livello universitario e di gruppi di ricerca, la promozione presso il mondo produttivo italiano delle opportunità offerte dalla collaborazione con il MIT, il miglioramento del flusso di informazioni tra Italia e MIT.

Tra i vari partecipanti che hanno condiviso le loro esperienze, le loro valutazioni e le loro speranze in un rapporto sempre più forte e produttivo tra MIT e Italia, alcuni si segnalano per il loro ruolo di riferimento.

Bruno Coppi

Docente di fisica nucleare presso il MIT dal 1968, ideatore del Progetto Ignitor e membro del Boston Energy Forum, ha illustrato la sua lunga esperienza al MIT per incoraggiare la ricerca nel settore dell’energia: un settore dove non si può che procedere a piccoli passi, in una costante collaborazione con i ricercatori più qualificati al mondo. Questa collaborazione può favorire, tra l’altro, il ritorno di conoscenze e competenze in Italia, per incentivare e promuovere quei processi innovativi che, per altro, richiedono adeguati finanziamenti alla ricerca.

Nicola De Blasio

Vice presidente R&D per lo Sviluppo Internazionale di Eni e scienziato in visita presso il MIT, ha sottolineato l’importanza di nuove capacità tecnologiche e di maggiori competenze ottenute attraverso la valorizzazione delle risorse umane, sia in Italia, sia all’estero. Dal 2008, Eni collabora con il MIT alla ricerca nel campo dell’energia solare, della carbon sequestration e di nuove fonti energetiche.

Pompilio Caramuscio

Rappresentante dell’ENEL per gli Scenari Tecnologici, ha presentato l’impegno aziendale nella ricerca di soluzioni mirate alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ricordando la collaborazione con il MIT per lo sviluppo di fotovoltaici 3D, di materiali nanostrutturati e di turbine offshore.

Paola Rizzoli

Docente di Oceanografia fisica presso il MIT, ha illustrato il costante impegno di analisi dei problemi climatici connessi alle azioni invasive dell’uomo sul pianeta. In qualità di direttrice del MIT-WHOI Joint Program, si è anche soffermata sugli effetti delle estrazioni condotte sino agli anni ’70 nella laguna di Venezia.

Emilio Frazzoli

Docente associato presso il Dipartimento di Aeronautica e Astronautica del MIT, ha chiarito come l’applicazione di molte tecnologie avanzate e innovative, che permetterebbero di risolvere significativi problemi della vita quotidiana, non sia più tanto un problema di fattibilità, quanto di accessibilità, di regolamentazione e accettazione da parte della pubblica opinione.

Federico Casalegno

Direttore del Mobile Experience Lab e direttore associato del Design Laboratory del MIT, è anche direttore della Green Home Alliance tra lo stesso MIT e la Fondazione Bruno Kessler in Italia. Ha presentato un progetto di una abitazione altamente computerizzata, con superiori livelli di interazione con i residenti, nel quadro di una maggiore consapevolezza delle tematiche ambientali e di qualità della vita.

Emilio Bizzi

Docente presso il Department of Brain and Cognitive Sciences del MIT, ha descritto la profonda metamorfosi registratasi negli ultimi anni negli ambiti di ricerca collegati con il MIT a seguito dei crescenti investimenti nelle scienze biologiche, con particolare riferimento al Cancer Center, al Broad Institute e al Whitehead Institute.

Federica del Monte

Assistant professor in Medicine, Cardiovascular – Institute Beth Israel Deaconess Medical Center.

Davide Zaccagnini

Director of Clinical Informatics, Nuance Communications.

Francesco Profumo

Rettore del Politecnico di Torino, che ha consolidato i rapporti con il MIT attraverso il Programma MITOR, ha confermato il valore dello scambio di professionalità e della condivisione di progetti di ricerca. Sottolineando la necessità di controllare accuratamente gli investimenti, con riferimento alla qualità dei progetti e degli operatori, ha quindi incoraggiato la crescita delle relazioni internazionali nel campo della ricerca e della innovazione.

Giuseppe Pastorelli

Console generale italiano a Boston, ha espresso l’importanza della opportunità di celebrare assieme due ricorrenze tanto significative quanto utili a consolidare e incrementare i rapporti tra le istituzioni scientifiche e accademiche italiane e statunitensi. Ha quindi rinnovato l’impegno ad assistere gli interessati nel perseguimento dei prossimi traguardi comuni.

Serenella Sferza

Codirettrice del Programma MIT Italy, attivo da 10 anni, ha commentato l’importanza di intensificare e consolidare i rapporti di scambio, non solo con le istituzioni e le aziende già coinvolte, ma anche con altri centri italiani prestigiosi, che potrebbero soddisfare gli interessi degli studenti in visita e, nel contempo, beneficiare della loro competenza ed energia.

Edoardo Cavalieri d’Oro

Ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Nucleare e fellow presso la Sloan School of Management del MIT, ricopre dal 2008 il ruolo di presidente della Associazione Italiana del MIT (MITALY). Ha chiarito come la comunità italiana presso il MIT sia in costante crescita quantitativa e qualitativa.

Il Progetto Roberto Rocca

Il Progetto Roberto Rocca nasce da un accordo tra la Fondazione Rocca, il MIT e il Politecnico di Milano, il cui scopo è di ricordare e onorare Roberto Rocca (1922 – 2003), laureato con il massimo dei voti al Politecnico di Milano nel 1945 e PhD al MIT nel 1950.

L’iniziativa ha come obiettivo il rafforzamento degli scambi culturali e delle collaborazioni formative tra le due prestigiose istituzioni accademiche, stimolando nuovi contatti di ricerca e apprendimento e mirando a promuovere l’eccellenza scientifica. Le sponsorizzazioni sono rivolte a dottorandi, ricercatori e professori di entrambe le università, in particolare nell’area della Scienza dei Materiali, dell’Ingegneria Meccanica, della Fisica, dell’Ingegneria Elettronica e della Bioingegneria.

Dal 2005 a oggi sono state ricevute ben 145 applications di cui 100 accettate, con una crescente selettività. Circa il 40 per cento dei fondi è stato destinato a dottorandi, il 25 per cento a Seeds Funds, il 10 per cento a Post Doc e il restante 25 per cento a Travel Grant e Workshop.

Al termine dell’esperienza al MIT, i partecipanti al Progetto entrano nella comunità dei Rocca Fellows, il cui scopo è quello di promuovere l’aggregazione attraverso iniziative culturali e scientifiche.

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