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Andrea Pontremoli e Rosa Grimaldi, Direttori Scientifici EMTIM presso la Bologna Business School, ci parlano del nuovo percorso di formazione Executive Master in Technology and Innovation Management.

Che ruolo ha la formazione per l’innovazione?

Detto che gli individui sono i motori dei processi innovativi, affinché un’impresa sia innovativa, è importante che i suoi membri siano attori centrali e protagonisti del cambiamento. Questo richiede un atteggiamento mentale di apertura, di condivisione e di sensibilità per la diversità. Quando tale atteggiamento è condiviso e socializzato all’interno di un’organizzazione, solo allora si parla di creazione di cultura dell’innovazione.

Una leva importante per promuovere la cultura del cambiamento in un sistema aziendale è rappresentata dalla formazione. Questa può agire su individui a due livelli:

a) valorizzazione delle competenze del singolo individuo;

b) esternalità e ricadute della formazione fatta all’individuo sull’intero sistema aziendale.

Da questo punto di vista sicuramente gli individui con ruoli di responsabilità, in quanto più esposti di altri nei processi decisionali, hanno maggiori probabilità di diventare piccoli iniziatori di processi innovativi. La loro formazione diventa quindi un’importante leva per favorire l’innovazione.

Che tipo di competenze per favorire questo cambiamento di mentalità?

Le competenze tecniche da sole non bastano. Nei libri di testo si insegna che l’innovazione è fatta da una fase di invenzione o di ideazione di qualche novità e da una fase di commercializzazione.

Questo ci fa riflettere sul fatto che le competenze tecniche, prevalentemente utili nella prima fase di ‘concettualizzazione’ (ma non solo), non sono sufficienti da sole, perché è importante saper vendere, usare i giusti canali distributivi, le opportune risorse complementari per arrivare con successo al mercato. In realtà le competenze tecniche non sono sufficienti da sole neanche per la fase di concettualizzazione. Anche per ideare una qualche nuova soluzione innovativa con potenzialità di business è importante capire fin dall’inizio cosa è il valore per il cliente finale. La definizione di valore, in quanto unicità, guiderà l’intero processo innovativo, a partire dalla definizione del concetto.

Competenze di economia, organizzazione e di gestione di un sistema aziendale latu sensu sono quelle che servono per complementare il background tecnico di molti ingegneri e di alti potenziali della ricerca e sviluppo che fanno innovazione nelle nostre aziende. E’ proprio con riferimento a questi profili che sette anni fa ci siamo inventati un nuovo percorso di formazione, l’Executive Master in Technology and Innovation Management (EMTIM) presso la Bologna Business School. Il master si rivolge a personale di aziende innovative che hanno maturato una significativa esperienza in azienda all’interno dell’area tecnica.

Il master vuole formare cosiddetti ‘T-shaped professionals’, cioè individui caratterizzati da una forte specializzazione tecnica in uno specifico dominio disciplinare (barra verticale della T) e dalla capacità, al tempo stesso, di interagire con altri e diversi domini tecnico-scientifici, di interfacciarsi con altre funzioni aziendali (larghezza della barra orizzontale della T). Sono questi i profili interdisciplinari che, con una maggiore probabilità, contribuiranno all’innovazione nelle loro aziende.

Qual è la formula che utilizzate in EMTIM?

EMTIM ha come obiettivo principe quello di creare sensibilità rispetto ai temi della diversità, del cambiamento, dell’interdisciplinarità. Si basa su un approccio interdisciplinare che prevede:

– Erogazione tradizionale di corsi mirati a sviluppare/affinare competenze di tipo gestionale e organizzativo, attraverso modelli teorici e best practice.

– Accessso al network di relazioni della Bologna Business School. La storia ci insegna che la maggior parte delle idee innovative in un’azienda arrivano dall’esterno, attraverso la rete dei fornitori, dei clienti, attraverso la concorrenza. Essere parte di una rete significa essere esposti agli altri ed usare il network come fonte di idee e di ispirazione. Siamo normalmente portati a privilegiare i legami forti (strong ties), quelle relazioni che intratteniamo in maniera frequente con i ‘soliti noti’ e spesso ignoriamo che è dai legami deboli (weak ties), quelli che intratteniamo in maniera poco frequente con chi conosciamo meno, che arriva l’inatteso, che arriva la novità, arriva l’idea del cambiamento.

– La creazione di momenti di ispirazione è un altro pilastro dell’offerta formativa di EMTIM. Lo facciamo attraverso master lecture con personaggi di rilievo internazionale e nazionale (amministratori delegati, imprenditori, attori, filosofi, ecc.). Alcuni dei temi sviluppati in questi momenti di incontro includono: il rapporto dell’azienda con il contesto locale, le radici con il territorio, il fallimento come strumento di apprendimento, i cambiamenti sociali e di costumi, la leadership.

La forza della formula sopra descritta è nella sua doppia anima: accademica e industriale, con l’idea di coniugare il rigore scientifico tipico dell’accademia con l’esperienza del mercato di chi l’innovazione la fa tutti i giorni sul campo. Noi due direttori scientifici rappresentiamo queste due anime!

Qual è il futuro della formazione su innovazione?

Per favorire la diffusione della cultura del cambiamento, sarebbe opportuno passare dalla banda stretta alla banda larga, parlare ad un target di persone più ampio, non solo ai dipendenti di aziende innovative, ma alla società più in generale, perché l’atteggiamento di apertura al cambiamento parte della famiglia, dalla scuola e dalla socializzazione primaria e secondaria.

I media possono avere un ruolo importante a tale fine. Molte iniziative sono pensabili anche per le scuole, dove sono pensabili dei laboratori che consentano ai ragazzi di toccare con mano le tecnologie, alle università di lavorare a stretto contatto con aziende sul cambiamento tecnologico.

Rosa Grimaldi è Docente di Imprenditorialità presso la Scuola di Ingegneria e il Dipartimento Scienze Aziendali dell’Università di Bologna e Direttore Scientifico EMTIM presso Bologna Business School. Andrea Pontremoli è CEO diDallara automobili e Direttore Scientifico EMTIM presso Bologna Business School.

(MO)