Un film diverso ogni volta che lo si guarda

Agence, a metà strada tra fiction e gioco, è un assaggio di quello che potrebbe essere il futuro del cinema generato dall’intelligenza artificiale.

di Will Douglas Heaven

Un alieno a tre zampe dalla faccia squadrata cerca di raggiungere l’enorme pianta che sta cercando di conquistare il suo piccolo pianeta. Il problema è che ogni morso non distrugge il frutto proibito, ma lo fa crescere. All’improvviso la pianta si ribalta e tutte le piccole creature cadono nello spazio.

Agence, un breve film interattivo in RV dello studio cinematografico Transitional Forms di Toronto, non batterà nessun record al botteghino. Trovandosi nella terra di nessuno tra film e videogiochi, potrebbe avere difficoltà a trovare un pubblico. Ma come primo esempio di un film che utilizza l’apprendimento per rinforzo per controllare i suoi personaggi animati, potrebbe essere uno sguardo al cinema futuro.

“Sono convinto che l’intelligenza artificiale e i film vadano bene insieme”, dice il regista del film, Pietro Gagliano, che ha già vinto il primo Emmy per un’esperienza VR nel 2015. Ora lui e il produttore David Oppenheim, che lavora presso il National Film Board of Canada, stanno sperimentando una sorta di narrazione che chiamano film dinamico. “Vediamo Agence come una sorta di film dinamico dell’era muta”, afferma Oppenheim. “È un inizio, non un campione d’incassi”.

Agence ha debuttato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia il mese scorso e questa settimana può essere guardato/giocato tramite Steam, una piattaforma di videogiochi online. La trama di base ruota attorno a un gruppo di creature e al loro appetito per una pianta misteriosa che appare sul loro pianeta. Riusciranno a controllare il loro desiderio o destabilizzeranno il pianeta? I sopravvissuti arrivano in un altro mondo e dopo diversi passaggi, c’è un finale segreto, dice Oppenheim.  

Gagliano e Oppenheim vogliono che gli spettatori abbiano la possibilità di sedersi e guardare una storia svolgersi, con i personaggi dell’intelligenza artificiale lasciati a se stessi, o di farsi coinvolgere e cambiare o sviluppare l’azione al momento. C’è un ampio spettro di interattività, dice Gagliano: “Molti film interattivi hanno passaggi decisionali, in cui puoi ramificare la narrazione, ma volevo creare qualcosa che permettesse di trasformare la storia a volontà”.

Un certo grado di interattività deriva dalla scelta del tipo di AI che controlla ogni personaggio. Si può utilizzare l’AI basata su regole, che guida il personaggio utilizzando semplici euristiche: se ciò accade, agisci in questo modo; oppure fare in modo che gli altri diventino agenti guidati da sistemi di apprendimento per rinforzo che si muovono come preferiscono. Nel primo caso si resta più vicini alla direzione voluta da Gagliano; nell’altro la situazione diventa più caotica.

Ma c’è una terza possibilità: utilizzare i controlli di RV o un game pad, afferrare i personaggi e spostarli, piantare fiori e aiutare a difendere il pianeta. Nel frattempo i personaggi continuano ad agire secondo i loro schemi.

Il film ha suscitato un certo interesse a Venezia, dice Oppenheim: “Molte persone apprezzano questa ricerca di un mix di storia e interattività. L’introduzione dell’AI nel mix è stata qualcosa a cui le persone hanno risposto molto bene”.

L’opera piace anche alla mamma di Gagliano. Quando glielo ha mostrato, lei ha passato tutto il tempo a cercare di mettere pace tra le creature. Ma le persone che lo hanno visto più come un gioco hanno avuto una risposta più interessante. “I giocatori lo considerano più come un puzzle”, afferma Oppenheim. E la durata breve e la mancanza di sfide hanno scoraggiato alcuni di loro.
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Tuttavia, la coppia vede Agence come un work in progress. Vogliono collaborare con altri sviluppatori di intelligenza artificiale per dare ai loro personaggi desideri individuali, il che porterebbe a storie diverse. Come sostiene Oppenheim, a lungo termine, si potrebbe usare l’AI per generare l’intero film, creando esperienze sorprendenti e oniriche per tutti noi. 

Immagine: Transitional Forms

(rp)

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