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Gli AI Labs di Uber dimostrano quanto la società sia determinata a non restare indietro nella corsa allo sviluppo di automobili a guida autonoma.

di Will Knight

Uber sta creando un nuovo laboratorio di ricerca dedicato all’indagine delle frontiere dell’apprendimento automatico e all’applicazione dei vantaggi fondamentali di questa tecnologia alle sue attività.

Il laboratorio avrà sede nella Silicon Valley e sarà guidato da Gary Marcus, un professore della NYU e CEO di Geometric Intelligence, una società che Uber sta acquisendo per una somma non meglio precisata di denaro. Il laboratorio si avvarrà della collaborazione di un altro importante ricercatore del campo, Zoubin Ghahramani, che conserverà un ruolo part-time di professore presso l’Università di Cambridge nel Regno Unito. Gli altri co-fondatori della società saranno Ken Stanley, professore associato presso la University of Central Florida, e Doug Bemis, un giovane laureato della NYU con un diploma in neurolinguistica.

Il nuovo laboratorio sarà costituito da 15 soci fondatori, ed esplorerà una gamma di sfide fondamentale, inclusa lo sviluppo di forme di apprendimento automatico che necessitino di meno dati; l’addestramento di sistemi di AI (Artificial Intelligence) facenti uso non solo di dati, ma anche di regole esplicite; la progettazione di sistemi di apprendimento automatico che sappiano spiegare le proprie azioni. Gli sviluppi in questi campi potrebbero rivelarsi di vitale importanza per le automobili a guida autonoma e, allo stesso tempo, contribuire all’attuale impresa di Uber, segnalando percorsi ideali o combinando i clienti e i conducenti in maniera più efficiente.

“Ci vorrà ancora molto tempo prima che le automobili a guida autonoma riescano a gestire tutti i possibili scenari del mondo”, dice Jeff Holden, chief product officer di Uber. Holden guarda a sviluppi che “consentiranno di fare cose radicalmente differenti”, e aggiunge che “La domanda è, che ruolo avremo in tutto ciò?”

Holden dice di aver appreso di Marcus e della Geometric Intelligence dall’evento EmTech Digital di MIT Technology Review dedicato, per l’appunto, all’intelligenza artificiale lo scorso maggio.

Uber è cresciuta a una velocità sorprendente da quando è stata fondata nel 2009, grazie a un’app per smartphone che ha completamente colto di sorpresa la convenzionale industria dei taxi negli Stati Uniti e altrove nel mondo. Più di recente, la società ha investito pesantemente nella ricerca in campi quali la guida autonoma nella speranza di accelerare ulteriormente la propria crescita, evitare di perdere il passo e mantenere alto l’interesse dei finanziatori in un periodo di crescenti perdite. La società si è prevalentemente concentrata sullo sviluppo degli hardware e software indispensabili per la guida autonoma, anche se ha promosso altri sforzi, quali la ricerca in veicoli volanti e advertising via droni (vedi “Uber’s Ad-Toting Drones Are Heckling Drivers Stuck in Traffic”).

Marcus è una figura stimata nel mondo dell’intelligenza artificiale che ha spesso destato scalpore per le sue critiche nei confronti di approcci troppo incentrati sulle reti neurali e l’apprendimento approfondito. Ha fondato Geometric Intelligence per ricercare altre strade, inclusi approcci ispirati alla scienza cognitiva, che potrebbe richiedere meno dati (lo scorso anno, Marcus ci ha fornito un accesso esclusivo alla sua società. Vedi “Can This Man Make AI More Human?”).

Marcus dice che il suo team continuerà a concentrarsi sulle sfide che gli attuali sistemi non riescono a risolvere. “Siamo particolarmente interessati ai casi estremi – a quello che succede quando cambia la segnaletica o la tipologia di veicolo incontrato”, dice. “Lavoreremo molto a questi problemi”.