Sam Altman ha investito 180 milioni di dollari in una startup che vuole ritardare la morte

Le scoperte anti-invecchiamento possono aggiungere 10 anni alla durata della vita umana? Il CEO di OpenAI paga per scoprirlo.

Quando una startup chiamata Retro Biosciences uscì allo scoperto a metà del 2022, annunciò di aver ottenuto 180 milioni di dollari per finanziare una missione audace: aggiungere 10 anni alla durata media della vita umana. L’anno prima aveva stabilito la sua sede in un vecchio magazzino vicino a San Francisco, imbullonando container da trasporto al pavimento di cemento per ricavare rapidamente spazi di laboratorio per gli scienziati che erano stati persuasi a unirsi all’azienda.

Retro ha dichiarato che “premierà la velocità” e “rafforzerà i cicli di feedback” come parte di una “missione aggressiva” per bloccare l’invecchiamento, o addirittura invertirlo. Ma è stata vaga sulla provenienza dei fondi. All’epoca si trattava di una “startup misteriosa”, secondo quanto riportato dalla stampa, “i cui investitori rimangono anonimi”. 

Ora MIT Technology Review può rivelare che l’intera somma è stata messa a disposizione da Sam Altman, il 37enne guru delle startup e investitore, che è CEO di OpenAI (l’azienda che sviluppa ChatGPT).  

Altman trascorre quasi tutto il suo tempo in OpenAI, l’azienda nel settore dell’intelligenza artificiale i cui chatbot e programmi di arte elettronica hanno sconvolto il mondo tecnologico con le loro capacità simili a quelle umane. Ma i soldi di Altman sono un’altra cosa. Dice di aver svuotato il suo conto in banca per finanziare altri due obiettivi molto diversi ma ugualmente ambiziosi: energia illimitata e prolungamento della durata della vita. 

Una di queste scommesse è la startup Helion Energy, su cui ha investito più di 375 milioni di dollari, come ha dichiarato alla CNBC nel 2021. L’altra è Retro, a cui Altman ha staccato assegni per un totale di 180 milioni di dollari nello stesso anno. 

“È tanto. In pratica ho preso tutto il mio patrimonio netto liquido e l’ho messo in queste due società”, dice Altman. 

L’investimento di Altman in Retro non è stato diffuso in precedenza. È uno dei maggiori mai effettuati da un individuo in una startup che lavora sulla longevità umana. 

Altman è da tempo una figura di spicco nella scena della Silicon Valley, dove in passato ha diretto l’acceleratore di startup Y Combinator a San Francisco. Ma è diventato popolare con il rilascio da parte di OpenAI di ChatGPT, un software in grado di scrivere poesie e rispondere a domande.

Secondo Fortune, la scoperta dell’intelligenza artificiale ha trasformato l’azienda che esiste da sette anni in “un improbabile componente del club delle superpotenze tecnologiche”. Microsoft si è impegnata a investire 10 miliardi di dollari e Altman, con 1,5 milioni di follower su Twitter, sta consolidando la sua reputazione di creatore di tecnologie che sembrano destinate a modificare profondamente la società.

Altman non compare nella lista dei miliardari di Forbes, ma ciò non significa che non sia estremamente ricco. I suoi investimenti ad ampio raggio includono partecipazioni iniziali in aziende come Stripe e Airbnb.

 ”Sono stato un investitore tecnologico early-stage nel più grande mercato al rialzo della storia”, afferma.

Tecnologia hard 

Ora sta impiegando il suo capitale a un livello che definisce “di un ordine di grandezza” superiore a quello che poteva raggiungere ai tempi di Y Combinator. E ha concentrato le sue scommesse sulle aree tecnologiche che ritiene avranno il maggiore impatto positivo sull’essere umano: IA, energia e biotecnologie anti-invecchiamento.  

Helion, con sede a Everett, Washington, aspira a governare la frantumazione degli atomi per creare una “fonte illimitata di energia pulita”. L’obiettivo di Retro è quello di prolungare la vita umana scoprendo come ringiovanire il nostro corpo, secondo il suo CEO e cofondatore, l’imprenditore Joe Betts-LaCroix. 

Tutte queste aziende, compresa OpenAI, sono quelle che Altman definisce startup “difficili”, che richiedono grandi investimenti per compiere progressi scientifici e padroneggiare tecnologie ardue. Per Altman si tratta di un cambiamento, dal sostegno alle app a rapida crescita e ai loro founder durante il boom del Web 2.0 al sostegno agli scienziati che lavorano su una ricerca a lungo termine.   

Le aziende di scienze dure sono più costose da finanziare, ma Altman ritiene che i loro obiettivi più ampi abbiano maggiori probabilità di attrarre ingegneri di talento. Di recente ha twittato una citazione dell’architetto di epoca vittoriana Daniel Burnham: “Non fate piccoli progetti. Non hanno la magia di scaldare il sangue degli uomini”.  

Se la fusione e l’estensione della vita possono essere obiettivi poco plausibili (alcuni ricercatori dicono che sono sogni irrealizzabili), è anche vero che pochi si aspettavano di vedere un’intelligenza artificiale superare un esame di medicina nel 2023, come ha fatto quest’anno ChatGPT, il software di risposta alle domande di OpenAI. In realtà, secondo Altman, le startup difficili hanno maggiori possibilità di successo di quelle facili. Questo perché ci possono essere migliaia di startup che vendono applicazioni per la condivisione di foto, ma ce ne sono solo poche in grado di costruire reattori a fusione sperimentali.  

Scaling up 

Altman dice di aver scommesso in settori i cui trend gli fanno pensare che tecnologie che oggi sembrano impossibili potrebbero in realtà funzionare relativamente presto. È quello che è successo a OpenAI, fondata nel 2015. L’azienda ha preso un programma di machine learning chiamato transformer e lo ha fatto crescere costantemente, spendendo più di un miliardo di dollari per acquistare tempo computazionale mentre costruiva i suoi prodotti.  

I programmi sviluppati possono, in pochi secondi, creare immagini e brani di testo complessi che sembrano il risultato del lavoro di esseri umani. “Abbiamo un algoritmo in grado di apprendere e che sembra continuare a scalare con l’incremento dei calcoli”, ha dichiarato recentemente Altman a Rescale

Per quanto riguarda l’energia da fusione, la caratteristica su cui Altman ha puntato riguarda magneti più grandi e più potenti. I magneti sono necessari per mantenere in posizione il vortice di plasma caldo a 100 milioni di gradi al centro di un reattore. Altman dice di aver investito inizialmente circa 10 milioni di dollari in Helion, ma di aver poi aumentato la sua scommessa quando “è diventato molto fiducioso che funzionerà”.

Anche se la fusione non è ancora risolta (i reattori consumano ancora più energia di quanta ne producano), Altman ha esortato Helion a elaborare piani per la costruzione di diversi reattori al giorno, cosa necessaria se si vuole che l’energia da fusione prenda il posto del carbone e del gas.

“L’insegnamento centrale della mia carriera è questo: scala e vedi cosa succede”, dice Altman. 

Sangue giovane 

Circa otto anni fa, Altman si è interessato alla ricerca sul cosiddetto “sangue giovane”. Si trattava di studi in cui gli scienziati “cucivano” insieme topi giovani e vecchi in modo che condividessero un unico sistema sanguigno. La sorpresa: i topi vecchi sembravano in parte ringiovaniti. 

Un esperimento macabro, ma in un certo senso straordinariamente semplice. All’epoca Altman era a capo di Y Combinator e incaricò il suo staff di esaminare i progressi compiuti dagli scienziati che si occupano di anti-invecchiamento. 

“Ho avuto la sensazione che questo fosse un risultato che non mi aspettavo”, dice. “Quindi c’è qualcosa che sta succedendo, forse c’è un segreto che sarà più facile da trovare di quanto pensiamo”.  

Nel 2018, Y Combinator ha lanciato una call speciale per le aziende biotecnologiche, invitando quelle con “soluzioni radicali anti-invecchiamento” a candidarsi, ma Altman si è poi allontanato da Y Combinator per concentrarsi sul suo ruolo crescente in OpenAI.  

Poi, nel 2020, alcuni ricercatori californiani hanno dimostrato di poter ottenere un effetto simile a quello del sangue giovane sostituendo il plasma dei topi anziani con acqua salata e albumina. Ciò suggerisce che il vero problema risiede nel sangue vecchio. Semplicemente diluendolo (e le tossine in esso contenute), la medicina potrebbe avvicinarsi a una cura per l’invecchiamento. 

Si tratta di studi in cui gli scienziati hanno “cucito” insieme topi giovani e vecchi in modo che condividessero un unico sistema sanguigno. La sorpresa: i topi vecchi sembravano in parte ringiovaniti. 

“Sam mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Santo cielo’ – sto parafrasando, non è esattamente quello che ha detto – ‘Hai visto questo documento sull’intervento sul plasma?”, ricorda Betts-LaCroix, che in passato era stato partner biotecnologico part-time di Y Combinator e tuttora guida un meetup per gli appassionati di longevità. 

Betts-LaCroix era d’accordo che si trattava di un’idea interessante e che qualche azienda avrebbe dovuto approfondirla. “Che ne dici se ti finanzio per farlo?”. Ha detto Altman.  

Ma Betts-LaCroix stava già lavorando a un’idea diversa. Aveva appena concluso una precedente impresa, una società chiamata Vium, che aveva cercato di “digitalizzare” le colonie di topi, aggiungendo telecamere e intelligenza artificiale per monitorare gli esperimenti. Vium aveva raccolto più di 50 milioni di dollari, ma non aveva avuto successo. Quell’anno è stata inglobata in un’altra azienda biotecnologica, che ha pagato 2,6 milioni di dollari per le sue attività. 

Il nuovo piano di Betts-LaCroix consisteva nell’avviare un’azienda che si dedicasse alla riprogrammazione cellulare, un altro settore caldo che prevede tecniche per rendere le cellule più giovani attraverso l’ingegneria genetica. Aveva già collaborato con un ricercatore cinese, Sheng Ding, che aveva sviluppato nuovi modi per riprogrammare le cellule. Betts-LaCroix ha anche pensato che i processi che le cellule utilizzano per smaltire le tossine (noti come autofagia) potrebbero essere un’importante strada da esplorare.  

La risposta di Altman: “Perché non fai tutte queste cose?”. 

“Lo farò. Costruirò un’azienda multiprogramma intorno alla biologia dell’invecchiamento, e questa è la grande scommessa”, ricorda Betts-LaCroix. E lui: “Fantastico, facciamolo””. 

La nuova società avrebbe avuto bisogno di molto denaro, sufficiente a tenerla a galla per almeno sette o otto anni, mentre svolgeva ricerche, incontrava ostacoli e li superava. Inoltre, avrebbe bisogno di fare le cose in fretta. La spesa in molte startup biotecnologiche è decisa da un consiglio di amministrazione, ma in Retro, Betts-LaCroix ha tutto il potere decisionale.  “Non abbiamo burocrazia”, afferma, “io sono la burocrazia”.  

Per esempio, invece di aspettare che si liberasse uno spazio di laboratorio, Betts-LaCroix ha riempito un magazzino con quei 40 container prefabbricati adibiti a laboratori. In questo modo ha potuto effettuare rapidamente i primi esperimenti, tra cui la ripetizione di alcuni lavori sul plasma nei topi. L’anno scorso Betts-LaCroix ha presentato alcuni risultati iniziali a una riunione, affermando che i topi a cui era stato somministrato il plasma sostitutivo sembravano essere più forti dopo il trattamento. 

Avvio misterioso 

Il personale di Retro archivia ogni settimana i promemoria su ciò che è andato bene in laboratorio e ciò che è andato male. Spesso, dice Betts-LaCroix, chiama nel fine settimana per comunicare i punti salienti ad Altman, che a volte dà suggerimenti.  

Finora, tuttavia, il coinvolgimento di Altman nell’azienda è rimasto riservato. È stata una decisione presa da Betts-LaCroix, che ha voluto lasciare che Retro percorresse la propria strada. Altman è d’accordo: “sono molto attento, cerco di non mettere in ombra i CEO con cui lavoro”.  

Quando a metà del 2022 Betts-LaCroix fece uscire l’azienda dall’anonimato, tramite una serie di tweet, non rivelò pubblicamente gli assegni che Altman aveva staccato l’anno prima, dicendo invece di essere “fortunato ad avere un finanziamento iniziale di 180 milioni di dollari” che avrebbe “assicurato” le operazioni dell’azienda per il resto del decennio, mentre raggiungeva i “primi proof of concept” (prove di fattibilità) per l’estensione della vita. 

Joe Betts-Lacroix, CEO di Retro Biosciences, posa con i dipendenti in cima ai container che l’azienda utilizza come laboratorio. 
RETRO BIO

Questo anche perché il nome di Altman poteva rivelarsi una distrazione, dicono persone che hanno familiarità con i ragionamenti interni all’azienda. Certo, aveva un nome importante, ma per le ragioni sbagliate. Sebbene la statura di Altman nel mondo delle startup sia ineguagliabile, la sua reputazione è quasi inesistente nei laboratori di biologia e nei circoli farmaceutici, ambienti in cui il curriculum scientifico di una persona è fondamentale. 

“Non ho mai sentito il nome di Sam Altman”, dice Irina Conboy, la ricercatrice dell’UC Berkeley il cui lavoro sul plasma lo aveva tanto entusiasmato. Conosce Betts-LaCroix per il tema della longevità, ma dice che durante un pranzo organizzato da lui per discutere dell’azienda, lei gli ha fatto capire che era concentrata sulle scoperte scientifiche.  

“Cento milioni sono un numero, non una scoperta fondamentale”, afferma Conboy. 

Cattiva stampa 

Ogni tecnologia presenta anche dei rischi. Nel caso dell’IA, si tratta di chatbot che spargono bugie e disinformazione. Per quanto riguarda l’inversione dell’età, se mai funzionerà, uno dei rischi spesso citati è il risentimento del pubblico, soprattutto se sarà resa disponibile prima a persone ricche come Altman. Se il sostegno di Altman venisse messo in evidenza, si pensa che Retro potrebbe essere etichettato come un progetto frutto della vanità fuorviante di un miliardario.  

C’era motivo di preoccuparsi. Nel 2016, dopo che Peter Thiel, uno dei mentori di Altman, aveva espresso il suo interesse a sottoporsi a trasfusioni di sangue anti-età, era stato deriso dai media come un vampiro a caccia di giovani vittime. Un anno dopo, lo show parodistico Silicon Valley della HBO ha messo il dito nella piaga con un episodio intitolato “Blood Boy“. In questo episodio, un amministratore delegato di un’azienda tecnologica fittizia partecipa a una riunione mentre le sue vene sono collegate a quelle di un bel giovane presentato come il suo “collaboratore per le trasfusioni”. 

“Non vogliamo che questi vecchi miliardari debbano pagare i donatori di plasma perché vengano a fare le loro donazioni”, ha detto pubblicamente Betts-LaCroix in Europa la scorsa estate. Ha dichiarato che l’azienda spera invece di trovare interventi più “plausibili”, come farmaci che imitino gli effetti della sostituzione del sangue e che possano essere utilizzati da milioni di persone.  

“Non vogliamo discriminare i miliardari. Sto solo dicendo che non vogliamo terapie troppo costose, scomode e difficili da implementare”, ha aggiunto. 

Da parte sua, Altman afferma che il suo regime personale anti-invecchiamento consiste nel “cercare di mangiare sano, fare esercizio fisico, dormire a sufficienza” e assumere metformina, un farmaco per il diabete che è diventato popolare anche negli ambienti della Silicon Valley sulla base della teoria che potrebbe essere in grado di mantenere le persone in salute più a lungo. “Spero di poter utilizzare un giorno una terapia di Retro!”, dice Altman.  

OpenAI per la longevità 

Uno dei motivi per cui la ricerca sul tema dell’anti-invecchiamento può sembrare un’area promettente per gli investimenti è che in passato non ha attratto molti finanziamenti, almeno rispetto alle dimensioni del problema. Quasi un quinto del PIL degli Stati Uniti – 4,3 trilioni di dollari, secondo i Centers for Medicare & Medicaid Services – viene speso per l’assistenza sanitaria, e gran parte di questa è destinata alla cura degli anziani. Un’opinione diffusa tra i ricercatori sulla longevità è che se si potesse ritardare l’invecchiamento con un farmaco, si potrebbe contribuire a posticipare una serie di gravi malattie, tra cui il cancro e le malattie cardiache.  

Per ottenere il massimo impatto, Betts-LaCroix afferma di essere alla ricerca di interventi che possano essere scalati e raggiungere “milioni o miliardi” di persone.  

“Non vogliamo discriminare i miliardari. Sto solo dicendo che non vogliamo terapie troppo costose, scomode e difficili da implementare”. 

Joe Betts-LaCroix 

Quando Retro uscì dalla fase anonima, tuttavia, l’assalto alla vecchiaia stava attraversando un periodo di intensa popolarità. Il governo saudita aveva dichiarato che avrebbe elargito 1 miliardo di dollari di sovvenzioni all’anno e si era costituita un’organizzazione chiamata Altos Labs con un finanziamento che avrebbe dichiarato essere di 3 miliardi di dollari. Anch’essa aveva investitori famosi, come Yuri Milner e, secondo alcune fonti, Jeff Bezos.  

Rispetto a queste iniziative, la scommessa di Altman sembra ora relativamente piccola, tanto da far sembrare Retro uno sfavorito. Uno dei suoi progetti consiste nel testare le tecniche di ringiovanimento sui linfociti T, parte del sistema immunitario che svolge un ruolo importante nel combattere le infezioni e nel prevenire il cancro. Queste cellule sono particolarmente utili perché possono essere rimosse, ringiovanite in laboratorio e poi restituite al paziente. Ma altre startup hanno obiettivi simili, tra cui Altos e NewLimit, un’azienda di biotecnologie avviata l’anno scorso dal miliardario delle criptovalute Brian Armstrong. La concorrenza per i talenti della ricerca è particolarmente agguerrita. Altos si è accaparrata la metà degli scienziati più importanti nel campo della riprogrammazione quando ha convinto due dozzine di professori universitari a lasciare il loro posto di lavoro, offrendo stipendi milionari e altri vantaggi. 

Ma anche Betts-LaCroix è riuscito ad attirare alcune menti di spicco. L’anno scorso, ad esempio, è saltato su un aereo per la Svizzera per corteggiare Alejandro Ocampo, un ricercatore dell’Università di Losanna i cui sforzi iniziali per ringiovanire i topi nel 2016 hanno contribuito a scatenare l’attuale frenesia degli investimenti sulla longevità.  

“Sono stato felice di vedere che Joe avrebbe fatto tutta la strada per vedermi di persona”, racconta Ocampo, che ha apprezzato il corteggiamento e in seguito ha accettato di essere un consulente retribuito dell’azienda. 

Dice anche che Betts-LaCroix era favorevole all’idea che l’inversione dell’età negli esseri umani non avverrà presto. Alcuni dei recenti esperimenti di Ocampo hanno esplorato il motivo per cui la riprogrammazione, il metodo da lui studiato, finisce per uccidere alcuni topi invece di farli vivere più a lungo. “Ci sono ottimisti che pensano che saremo immortali tra 10 anni e pessimisti che dicono che non allungheremo mai la vita umana”, dice Ocampo. “Io sono realista e la mia opinione personale è che tutti stanno facendo l’esperimento facile e veloce, e se facciamo così non credo che andremo molto lontano. Non sarà un percorso semplice”. 

Ocampo dice che Betts-LaCroix lo ha convinto che Retro sarebbe stata disposta a usare le proprie risorse per esplorare queste domande fondamentali. “Volevano far progredire la scienza, non solo cercare i frutti più facili”, dice. “Altre aziende devono trovare un’applicazione immediata, ma nel loro caso possono dedicare tempo a esplorare anche la scienza di base”. 

Una cosa di cui Betts-LaCroix e Ocampo non hanno parlato è la provenienza del denaro di Retro. Fino a quando non gli è stato chiesto da MIT Technology Review, Ocampo non aveva idea che Altman stesse finanziando la startup.  

In un’intervista, Altman non ha espresso preoccupazione per la concorrenza di altre aziende. Ritiene che la maggior parte delle aziende di biotecnologie sia condizionata a muoversi troppo lentamente e sia generalmente “mal gestita”.  Ciò che serve, a suo avviso, è uno “sforzo come quello fatto per OpenAI” nel campo della longevità.  

“La cosa più importante per Retro è essere un’ottima bio startup, perché è una cosa rara”, dice Altman. “Combina la grande scienza e le risorse di una grande azienda con lo spirito di una startup che porta a termine le cose. È questo il nostro progetto per ora”.

Related Posts
Total
0
Share