Le società e le università tech interessate a sviluppare armamenti supportati da sistemi di intelligenza artificiale per ottenere vantaggiosi contratti con l’esercito si stanno scontrando con una notevole resistenza da parte dei ricercatori.
di Jackie Snow
Il New York Times riporta che migliaia di dipendenti di Google hanno firmato una lettera di protesta per il coinvolgimento della società in un progetto che punta a creare tecnologie per il Dipartimento della Difesa. La lettera è giunta dopo che Gizmodo e the Intercept hanno rivelato che Google stava garantendo al Pentagono un accesso speciale al suo software di apprendimento meccanico per assisterlo nell’analisi di immagini raccolte dai droni militari.
The Verge riporta invece che un gruppo composto da 50 fra i migliori ricercatori del settore ha deciso di boicottare l’Università di KAIST, in Corea del Sud, per il suo programma volto allo sviluppo di armi autonome. L’università aveva annunciato a febbraio l’avvio di un centro di ricerca congiunto con la società di difesa Hanwha Systems.
Non mancano i progetti rivolti alla creazione di armi intelligenti. La società russa Kalashnikov sta sviluppando robot da combattimento, mentre la Cina pare impegnata nella progettazione di sottomarini autonomi ed armati.
Le armi autonome potrebbero facilmente diventare realtà, ma il loro utilizzo porrebbe diverse questioni etiche da affrontare. È in corso una campagna per mettere al bando le armi autonome, ma la sua efficacia è stata finora scarsa.