Ricercatori di bioingegneria realizzano polmoni dotati di vasi sanguigni intatti

Un importante passo avanti per i trapianti d’organo

Le malattie polmonari rappresentano la terza causa di mortalità al mondo, con 400.000 decessi l’anno nei soli U.S.A.

Ricercatori della Columbia University’s School of Engineering and Applied Science di New York sono riusciti a realizzare il primo scaffold vascolarizzato funzionante per polmoni.

La maggior parte dei polmoni prodotti in bioingegneria sono costruiti su scaffold ottenuti da polmoni completamente decellularizzati.

Il progetto della Columbia mantiene la rete di vasi del polmone originale sostituendo cellule endoteliali difettose con cellule sane. Project leader dello studio è Gordana Vunjak-Novakovic, professoressa in ingegneria biomedica alla Columbia University e direttrice del Laboratory for Stem Cells and Tissue Engineering.

Come spiega in un’intervista ad Eureka Alert: “Abbiamo sviluppato un approccio completamente nuovo per la creazione di un polmone. Saper trattare selettivamente l’epitelio polmonare è particolarmente importante, considerato il fatto che la maggior parte delle condizioni polmonari sono malattie dell’epitelio stesso.”

La procedura è stata testata su di una coppia di polmoni di roditori, ventilati per mezzo di una cannula e perfusi ex vivo. Un blando detergente è stato quindi somministrato ad uno dei polmoni per rimuovere le cellule epiteliali, mentre un liquido per la perfusione, passato per tutto l’organo, assicurava l’integrità dei vasi sanguigni.

Il polmone così trattato si è dimostrato capace di supportare la crescita di cellule polmonari adulte ottenute da cellule staminali.

Secondo N. Valerio Dorrello, professore di pediatria al Columbia University Medical Center ed autore dello studio: “Il nuovo approccio potrebbe aprire le porte a nuove modalità di trattamento per i pazienti affetti da malattie polmonari”.

L’unica cura per molti di questi pazienti è il trapianto. Gli organi da trapiato sono pochi, solo il 20 percento dei polmoni disponibili risultano adatti alla procedura. I pazienti rischiano spesso di soccombere alla malattia nell’attesa di un organo compatibile.

Secondo Matthew Bacchetta, professore associato di chirurgia alla Columbia e coautore dello studio: “Ogni strategia che miri ad incrementare il numero di polmoni trapiantabili non può rappresentare altro che una buona notizia.”

Lo studio ha di recente ottenuto un nuovo finanziamento di 8.2 milioni di dollari in sette anni da parte dei National Institutes of Health. La squadra sta già utilizzando il proprio modello di rigenerazione polmonare per trattare polmoni umani ex vivo ed approfondire gli studi sullo sviluppo e la guarigione dell’organo integro. Stanno inoltre sviluppando nuove modalità di rimozione delle cellule e somministrazione di cellule terapeutiche facendo uso dell’imaging, nonché studiando come raffinare una possibilità di trattamento mirato, localizzato e selettivo dell’epitelio polmonare difettoso per ciascuna malattia polmonare.

(LO)

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