Per Walkman l’ostacolo delle batterie (in dotazione standard)

Una caduta è costata cara a Walkman, il robot umanoide sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, in collaborazione con il Centro di Ricerche “E. Piaggio” di Pisa. Che comunque si è distinto e ha riportato un’importante visibilità durante il DARPA Robotics Challenge.

L’Istituto Italiano di Tecnologia ha concluso il DARPA Robotics Challenge in 17° posizione dopo aver superato le prime due prove: guida e apertura porta. La competizione si è interrotta a causa della caduta di Walkman durante il passaggio della porta. All’origine un problema di affidabilità delle batterie (dotazione standard), dovuto allo scarso tempo dei test per l’integrazione con la parte robotica.

La competizione, a cui ha assistito anche Antonio Verde, il Console Generale d’Italia a Los Angeles, è stata comunque un’occasione importante di visibilità della tecnologia made in Italy. Design, motori e soft-hand si sono dimostrati i veri punti di forza di Walkman, il robot umanoide sviiluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, in collaborazione con il Centro di Ricerche “E.Piaggio” di Pisa, all’interno di un progetto finanziato dalla Commissione Europea dalla fine del 2013.

Il Design di Walkman consente di unire robustezza e flessibilità. Walkman è un robot umanoide alto 1,85 per 120 kg, realizzato in Ergal (90%), titanio (8%), ferro e plastica mosso da 33 motori elettrici compatti, parte integrante della struttura.

I motori di Walkman, brevetto di IIT, integrano in un unico modulo “click-on” sensori di coppia, forza e posizione e schede di controllo, in un volume che è circa 1/5 di un motore motociclistico. La potenza è da vera Formula 1: il motore da 2,8 KW è infatti in grado di erogare fino a 250 Newton per metro. Una moto sportiva di 1000 cc di cilindrata eroga mediamente fino a 115 Newton per metro.

La soft-hand, la stessa che IIT in collaborazione con il Centro Protesi INAIL di Budrio sta portando sui pazienti amputati, è realizzata con il contributo della tecnologia 3D-printing, in materiale plastico e con alcune componenti metalliche. Soft-end è robuta e leggera (meno di 500 grammi) ed estremamente flessibile, grazie alla ingegnerizzazione di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali. Il dispositivo è altamente ergonomico e con consumi ottimizzati.

Il team che ha progettato e realizzato in tempi record (solo 10 mesi) Walkman, guidato da Nikos Tsagarakis, 44 anni, ingegnere robotico, è composto da 27 persone, età media 31 anni: 9 tecnici, 9 ricercatori, 8 studenti di dottorato e 1 laureando.18 i programmatori per il controllo della camminata, manipolazione, visione e percezione e creazione di ambiente di realtà virtuale.

Nella testa Walkman ha telecamere e uno scanner laser tridimensionale. Il movimento del corpo è gestito da circa 40 schede di controllo, 4 sensori di coppia di forze (2 nelle caviglie e 2 nei polsi), 33 motori che uniscono i vari giunti e 2 accelerometri per regolare l’equlibrio.
Due computer (con processore INTEL i7quadcore) controllano la visione, la percezione e il movimento.
L’architettura software è basata su piattaforma YARP (codice sviluppato da IIT per l’umanoide iCub), con integrazioni di ROS e Gazebo.

(sa)

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