Pechino avrà un distretto per l’intelligenza artificiale da $2.1 miliardi

Nella corsa allo sviluppo di sistemi di IA sempre più sofisticati e potenti, Cina e Stati Uniti avanzano in due direzioni ben differenti.

di Will Knight

Sulla base di notizie divulgate da Xinhua, l’agenzia stampa ufficiale del paese, la Cina sta allestendo a Pechino un parco tecnologico interamente dedicato allo sviluppo di intelligenze artificiali.

Il progetto non è che l’ennesima dimostrazione delle ambizioni della Cina, che vorrebbe padroneggiare e dominare il settore dell’intelligenza artificiale entro il 2020. L’anno scorso il governo centrale ha pubblicato il piano triennale per investire enormi somme di denaro nell’IA ed applicare la tecnologia all’industria e all’economica del paese (vedi “China’s AI Awakening“).

Stando al piano, il paese allestirà un “centro di ricerca nazionale dell’IA” e, aspetto ancor più interessante, includerà sforzi volti alla creazione di collaborazioni con istituti e società di ricerca straniere. Si tratterebbe di una mossa intelligente, considerate le opportunità insite nella vasta economia della Cina. Qualunque collaborazione potrebbe contribuire, negli anni a venire, al rafforzamento della posizione del paese come forza trainante nello sviluppo di intelligenze artificiali.

E gli Stati Uniti? Le ambizioni della Cina sono in netto contrasto con le mosse attuate dall’amministrazione Trump, che ha tagliato i fondi alla ricerca e introdotto tasse e restrizioni agli immigrati, manovre che di certo non consentiranno alle società di attirare facilmente a sé i migliori ricercatori del campo. Come se non bastasse, il piano della Cina sembra ispirarsi a un documento prodotto dal governo degli Stati Uniti al termine dell’amministrazione Obama.

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