Ondata di epatite tra i bambini, ci sono le prime risposte

Due nuovi studi rivelano i potenziali colpevoli dei gravi casi della malattia: una combinazione di fattori genetici, lockdown e almeno due virus che lavorano insieme

Jessica Hamzelou

Quest’anno, i medici hanno notato per la prima volta uno strano gruppo di casi di epatite nei bambini scozzesi. Alla data dell’8 aprile, 60 casi erano oggetto di indagine in Scozia, Inghilterra e Galles, per lo più in bambini di età compresa tra i due e i cinque anni. L’8 luglio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato 1.010 probabili casi di malattie epatiche in 35 paesi, anche se è probabile che il numero reale sia più alto, afferma Antonia Ho, consulente per le malattie infettive dell’MRC-University of Glasgow Center for Virus Research, che sta indagando sull’epidemia. Un terzo dei casi segnalati finora si è verificato negli Stati Uniti.

Le conseguenze sono serie: circa il 5% dei bambini colpiti dalla malattia nel mondo ha avuto bisogno di trapianti di fegato e 22 sono morti. E la causa dell’epidemia è rimasta un mistero in quanto l’epatite non è stata provocata dal solito virus. All’inizio, i sospetti più ovvi si sono indirizzati su SARS-CoV-2, il virus dietro il covid-19, e l’adenovirus, un virus comune che spesso causa sintomi simili al raffreddore e all’influenza. Con la fine dei lockdown, infatti, le persone hanno ripreso a socializzare di più e gli adenovirus sono aumentati, dopo un periodo di trasmissione insolitamente bassa.

Nel tentativo di saperne di più, Ho, insieme a Emma Thomson, professoressa di malattie infettive dell’MRC-University of Glasgow Center for Virus Research, e altri colleghi, hanno studiato attentamente alcuni dei bambini malati. In uno studio recente, il team ha valutato nove bambini scozzesi con l’epatite sconosciuta e li ha confrontati con 58 bambini sani. Sono stati valutati campioni di sangue, fegato e feci prelevati dai bambini, nonché tamponi della gola e del naso. Sebbene non siano stati in grado di rintracciare i virus che di solito causano l’epatite, hanno trovato l’adenovirus nei campioni di sei dei nove bambini.

Il team ha anche riscontrato la presenza di un altro virus, l’adeno-associato o AAV-2, nei campioni di tutti e nove i bambini che avevano l’epatite, ma non è stato trovato in quelli del campione di controllo. È noto che questo virus infetta la maggior parte delle persone all’età di 10 anni e che si iniziano a sviluppare anticorpi intorno ai tre anni. Comunque, fino a oggi, non è mai stato collegato direttamente alla malattia umana, dice Thomson.

Il virus è insolito in quanto si basa su altri virus per essere in grado di replicarsi e fare copie di se stesso. “In questo caso pensiamo che l’aiutante sia l’adenovirus”, ha detto Thomson ai giornalisti in una conferenza stampa virtuale. È possibile che l’infezione da adenovirus abbia seguito un’infezione da AAV2 o che entrambi i virus abbiano colpito contemporaneamente, ha aggiunto. “Non siamo in grado al momento di dire quale di questi virus stia causando la malattia”, ha continuato Thomson.

Ma non ci sono solo i virus. Nei test genetici, il team ha notato che i bambini con l’epatite sconosciuta avevano molte più probabilità di avere un gene chiamato DRB1*0401: l’89% dei bambini affetti dalla malattia aveva questo gene, che si trova generalmente nel 16% della popolazione scozzese. Il gene è noto per influenzare il modo in cui funziona il sistema immunitario. In sostanza, le proteine che codifica per aiutare le cellule immunitarie a decidere cosa distruggere.  

In un altro studio, la ricercatrice Sofia Morfopoulou dell’UCL Great Ormond Street Institute of Child Health di Londra e i suoi colleghi hanno eseguito analisi genetiche su campioni di 28 bambini, cinque dei quali hanno subito trapianti di fegato. “I nostri risultati corrispondono in toto a quelli del gruppo scozzese”, ha detto ai giornalisti la coautrice Judy Breuer, anche lei dell’UCL GOSH ICH, durante lo stesso briefing. In entrambi gli studi, AAV2 è stato trovato nel 96% dei bambini con epatite, ma solo nel 4% del campione di controllo, ha detto Breuer.

Curiosamente, mentre il team ha trovato geni virali e prove che il virus si stesse replicando, non è stato possibile trovare particelle del virus stesso. Ciò potrebbe significare che il virus sta colpendo i bambini in modo indiretto e rafforza le argomentazioni sull’influenza che esercita sul sistema immunitario nel provocare la malattia. “Pensiamo che l’AAV2 e, o insieme con, l’adenovirus umano possano innescare questa forma di epatite pediatrica nei bambini che sono suscettibili a causa del gene immunitario”, ha detto Breuer.

Il team ha anche cercato SARS-CoV-2, ma nessuno dei bambini aveva infezioni attive da covid-19. Alcuni avevano anticorpi contro il virus, probabilmente perchè hanno avuto il covid-19 in passato, con percentuali simili però al resto della popolazione scozzese. Questo dato, oltre al fatto che l’epidemia di epatite si è verificata due anni dopo l’inizio della pandemia, probabilmente esclude il covid-19 come causa, affermano i ricercatori.

Ma la pandemia di covid-19 potrebbe aver indirettamente giocato un ruolo nello scoppio di questa epatite. Le misure per ridurre i contatti sociali, come i lockdown, hanno contribuito a ridurre la diffusione del covid, ma hanno anche avuto un impatto sulla diffusione di altre malattie infettive. Per esempio, i casi e i decessi causati dall’influenza sono drasticamente diminuiti negli Stati Uniti e altrove.

L’improvvisa ondata di casi di adenovirus potrebbe essere il risultato di bambini che tornano a scuola e si mescolano tra loro come facevano prima. “C’è inevitabilmente una sorta di equilibrio che deve essere ristabilito”, ha detto Ho. “Molti virus stagionali stanno circolando in modo insolito rispetto a quanto ci si potrebbe normalmente aspettare”.

Thomson sottolinea che l’enigma non è ancora del tutto risolto. I due studi erano piccoli e nessuno dei due è stato ancora pubblicato su una rivista scientifica. Ma è la risposta più chiara avuta finora a questo problema sanitario. Per fortuna, i casi della misteriosa malattia sembrano essere in declino, anche se l’OMS avverte che l’organizzazione non dispone di informazioni complete e aggiornate da tutti i paesi. I ricercatori pensano che sia probabile che casi simili di epatite siano andati avanti per anni, ma che ora siano diventati evidenti solo grazie all’epidemia.

Image by bess.hamiti@gmail.com from Pixabay

(rp)

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