Stando a funzionari di Facebook, la società continuerà a investire nella tecnologia per la realtà virtuale nonostante lo scarso interesse da parte dei consumatori.
di Rachel Metz
Oculus ha mantenuto la parola data, i consumatori no.
Per offrire a tutti l’opportunità di assaggiare la realtà virtuale con il visore Oculus Rift, la divisione di Facebook per la realtà virtuale aveva allestito una rete di 500 postazioni di prova gratuite nei negozi della catena Best Buy. Secondo un rapporto divulgato mercoledì da Business Insider, però, intorno a 200 postazioni demo verranno chiuse a causa dello scarso interesse dimostrato dai consumatori.
Le persone che lavorano presso queste postazioni hanno descritto al giornale l’assenza di visitatori per giorni interi. Un memo interno, ottenuto da Business Insider, descrive piani per chiudere diverse postazioni per motivi legati alle “prestazioni del negozio”. Best Buy intende continuare a vendere il visore.
Il Rift è solo uno dei tanti prodotti di alta gamma per la realtà virtuale entrati in commercio l’anno scorso, ma la tecnologia è ancora agli inizi. Il visore è ingombrante, e quelli in grado di offrire l’esperienza migliore, come il Rift, necessitano dell’ausilio di un costoso PC. Persino acquistando tutta l’attrezzatura necessaria, la realtà virtuale non ha ancora molte applicazioni.
Finora, le vendite sembrano riflettere le condizioni della tecnologia. Canalys, società specializzata in ricerche di mercato, stima che l’anno scorso siano stati venduti due milioni di visori (con 400.000 unità vendute, Rift si posizionerebbe al terzo posto, dietro il Playstation VR di Sony e il Vive di HTC). Si tratta di cifre ridotte, se si pensa alle consolle per i videogiochi. Solo durante il periodo festivo, Sony ha venduto sei milioni di PS4.
Secondo Andrea Schubert, portavoce di Oculus, le postazioni dimostrative si sarebbero contratte per “motivi stagionali” e che la società sarebbe ora impegnata a concentrare l’offerta sui Best Buy presenti nei mercati più grandi. Oculus starebbe pianificando una serie di eventi pensati per offrire dimostrazioni live della sua tecnologia durante l’anno.
“Non siamo ancora convinti che il modo migliore per conoscere la realtà virtuale sia attraverso dimostrazioni dal vivo”, dice. Diversi analisti del settore sostengono che i tagli al termine della stagione invernale possano avere un senso. Allo stesso tempo, però, sottolineano la difficoltà a vendere visori per la realtà virtuale, ancora troppo scomodi e cari per gran parte del pubblico.
“Penso che l’idea di riuscire a convincere dei visitatori a soffermarsi presso uno stand dimostrativo per provare l’esperienza della realtà virtuale sia alquanto difficile da realizzare”, dice Geoff Blaber, un analista di CCS Insight.
Blaber pensa che le varie società impegnate nella vendita dei visori per la realtà virtuale avranno maggiore successo quando riusciranno a convincere i consumatori che la tecnologia può spingersi oltre i videogiochi, senza dover attingere alle prestazioni di un computer di supporto. Oculus aveva dimostrato un visore wireless, ma non vi sono ancora notizie sulla sua eventuale commercializzazione.
Brian Blau, un analista di Gartner, sostiene che la decisione di tagliare le postazioni demo rifletta lo stato attuale della realtà virtuale. Sebbene la tecnologia sia sufficientemente matura, mancherebbe ancora qualcosa alla sua commercializzazione in massa. Le cose potrebbero cambiare nel giro del prossimo paio di anni con il migliorare dei visori.
“Per me, non è una tecnologia destinata a fallire, ma una che richiederà tempo per maturare in ciò che le persone si aspettano da essa”, dice.
È la stessa visione del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che nel 2014 ha finalizzato l’acquisto di Oculus per $3 miliardi dichiarando che trascorreranno 10 anni prima che la tecnologia venga adottata in massa. Facebook intende “investire parecchio nella realtà virtuale, anche se Oculus non porterà a guadagni per un lungo periodo”, ha detto Zuckerberg.