Mentre i lavoratori degli Stati Uniti temono l’automazione, i lavoratori svedesi la accolgono

La tendenza degli americani a temere maggiormente la possibilità di perdere il lavoro a causa dell’automazione deriva dalle gravi conseguenze che questa avrebbe sui benefici garantiti dallo stato ai lavoratori.

di Erin Winick

Due terzi degli americani credono che, prima o poi, i robot copriranno la maggior parte delle mansioni attualmente ricoperte da operai umani. Gli svedesi, intanto, non sembrano affatto preoccupati dall’ingresso della tecnologia nei loro uffici.

“No, non ho paura di una vecchia tecnologia”, ha detto al New York Times il ministro per l’impiego e l’integrazione Ylva Johansson. “I lavori scompaiono, quindi addestriamo le persone affinché svolgano altre attività. Non proteggeremo i lavori, ma proteggeremo i lavoratori”.

Un recente sondaggio dell’Unione Europea ha scoperto che l’80 percento degli svedesi ha un’opinione positiva dei robot e dell’intelligenza artificiale. Perché un simile entusiasmo? I cittadini svedesi tendono a confidare nel fatto che il governo e le società per le quali lavorano si prenderanno cura di loro, e vedono l’automazione come metodo per migliorare l’efficienza delle imprese. Considerato che i dipendenti svedesi beneficiano dei maggiori guadagni dell’azienda nella forma di salari migliori, una soluzione vincente per le aziende è una soluzione vincente per i loro dipendenti.

Come messo in evidenza dal Times, la tendenza degli americani a temere che i robot rimpiazzino i lavoratori umani derivi dalle gravi conseguenze nel perdere il lavoro negli Stati Uniti. Il rischio di perdere l’assistenza sanitaria e entrate stabili rendono le persone riluttanti a lasciare il proprio impiego in cambio di nuove opportunità professionali.

Il sistema provvidenziale gratuito, l’educazione e i programmi per la transizione professionale in Svezia contribuiscono alla riduzione di tali rischi – motivo per cui le persone nel paese sono ben liete di pagare tasse tanto elevate. Gli Stati Uniti, d’altro canto, non offrono quasi alcun servizio. La differenza è particolarmente lampante se si guarda all’assistenza all’impiego: gli Stati Uniti spendono appena lo 0.1 percento del PIL in programmi pensati per aiutare le persone a gestire cambiamenti sul posto di lavoro (vedi “The Relentless Pace of Automation”).

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