L’IA ha scoperto un nuovo farmaco in soli 46 giorni

A differenza della ricerca farmaceutica tradizionale che impiega tempi lunghi per arrivare alla produzione dei farmaci, l’IA è in grado di identificare rapidamente nuove molecole grazie alle reti antagoniste generative e all’apprendimento di rinforzo.

di Charlotte Jee

Un team di Insilico Medicine, startup di AI pharma, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Toronto, ha impiegato 21 giorni per valutare 30.000 progetti di molecole che prendono di mira una proteina legata alla fibrosi (cicatrici dei tessuti).

I ricercatori hanno sintetizzato sei di queste molecole in laboratorio e poi ne hanno testate due nelle cellule; la più promettente è stata sperimentata sui topi.

Il team è arrivato alla conclusione che questa molecola era efficace contro le proteine e avesse qualità “simili a quelle dei farmaci”. Complessivamente, l’intero processo ha richiesto solo 46 giorni.

La ricerca è stata pubblicata su “Nature Biotechnology” ai primi di settembre.

Il sistema esamina le ricerche precedenti e i brevetti per molecole note per funzionare contro l’obiettivo prescelto dal farmaco, dando la priorità alle nuove strutture che possono essere sintetizzate in laboratorio.

Un modo di agire simile a quello che un chimico umano potrebbe avere per cercare nuove terapie, solo con tempi molto più rapidi.

L’introduzione sul mercato di un nuovo farmaco è un processo estremamente costoso e richiede molto tempo.

Secondo il Tufts Center for the Study of Drug Development, ci si possono mettere 10 anni e può costare fino a 2,6 miliardi di dollari, con la stragrande maggioranza dei candidati che falliscono nella fase di test.

Non c’è da stupirsi, quindi, che ci si stia dando tanto da fare per rendere il meccanismo più veloce con l’IA.

DeepMind è tra le aziende che esplorano la ricerca farmaceutica come una potenziale strada per lo sviluppo dei suoi algoritmi.

Anche se la ricerca sembra promettente, siamo molto lontani dalla creazione di farmaci progettati con l’IA, per non parlare della vendita ai pazienti, come abbiamo avuto modo di approfondire in un nostro articolo di febbraio.

Immagine: Getty

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