Microplastiche ovunque. Ecco cosa provocano al nostro sistema immunitario

Minuscole particelle di plastica si trovano nell’acqua potabile, nel sangue e persino in regioni del pianeta che si pensava fossero incontaminate. È fondamentale capire cosa stanno facendo al nostro corpo. 

Le microplastiche sono praticamente ovunque. Questi minuscoli pezzi di inquinamento plastico, di dimensioni inferiori a cinque millimetri, sono stati trovati nel sangue umano, nel latte materno e nella placenta.

Sì, sono presenti nell’acqua potabile e nell’aria che respiriamo. Ma sono stati trovati anche in regioni del pianeta che si potrebbero considerare incontaminate, come i Pirenei francesi, le isole Galápagos e persino la Fossa delle Marianne, la parte più profonda dell’oceano. È oggi noto che il processo di riciclo può rilasciare tonnellate di microplastiche nell’ambiente. 

Data la loro spaventosa onnipresenza è utile approfondire ciò che sappiamo sulle microplastiche. Cosa ci stanno facendo?

La risposta breve è che non lo sappiamo. Ma gli scienziati hanno iniziato ad approfondire i loro potenziali effetti grazie ai primi studi condotti su animali e gruppi di cellule. 

Mi sono imbattuta in un nuovo studio che analizza l’impatto che le microplastiche potrebbero avere sulle nostre cellule immunitarie. È molto difficile fare questo tipo di ricerca sulle persone: non si possono iniettare a una persona minuscoli pezzi di plastica. I ricercatori hanno quindi analizzato le cellule in laboratorio. 

In particolare, hanno osservato i macrofagi, un tipo di globuli bianchi che uccide le cellule estranee e aiuta a liberarsi delle cellule morte. Thierry Rabilloud del French National Centre for Scientific Research e i suoi colleghi hanno studiato la risposta dei macrofagi alle perle di polistirene.

I test hanno rivelato che alcuni tipi di macrofagi inglobano completamente le perle di plastica. Altri non lo fanno. Le cellule che si caricano di plastica si comportano in modo diverso, suggerendo che potrebbero non funzionare altrettanto bene nel fornire protezione da batteri nocivi e altri aggressori che potrebbero causare malattie. 

Rabilloud e i suoi colleghi sostengono che le microplastiche potrebbero avere effetti più ampi sul sistema immunitario in generale e sulla salute dei tessuti del corpo in cui si infiltrano le particelle.  

Una domanda a cui non si dà ancora una risposta è cosa succede dopo che la plastica è entrata nelle nostre cellule. È possibile che il nostro corpo riesca a trovare un modo per eliminarla. Ma in caso contrario, potrebbe rimanere per il resto della nostra vita, danneggiando o uccidendo le cellule in cui si è infiltrata. 

Le microplastiche potrebbero avere altre conseguenze sulla salute. Esiste una ricerca sui loro effetti sugli uccelli marini, per esempio. Questi poveri animali sono spesso esposti a molta plastica perché i rifiuti finiscono per galleggiare in mare e si degradano molto lentamente. 

Qui i pezzi di plastica possono finire per raccogliere vari tipi di batteri, che si aggrappano alle loro superfici. Gli uccelli marini che li ingeriscono non solo si ritrovano con lo stomaco pieno di plastica – che può finire per farli morire di fame – ma vengono a contatto con batteri che altrimenti non incontrerebbero. Sembra che questo disturbi il loro microbioma intestinale. 

Ci sono preoccupazioni simili per gli esseri umani. Questi piccoli pezzi di plastica, che galleggiano e volano in tutto il mondo, potrebbero agire come un “cavallo di Troia”, introducendo batteri nocivi resistenti ai farmaci e i loro geni, come dicono alcuni ricercatori

È una prospettiva profondamente inquietante. Con l’avanzare della ricerca, si spera di capire non solo cosa ci provocano le microplastiche, ma anche come affrontare il problema.

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