Lavoro in transizione

Le tecnologie digitali stanno cambiando la natura dei posti di lavoro. Che cosa comporterà questo fenomeno per il futuro del lavoro?

di Nanette Byrnes

Già cinque anni fa, il machine learning – cioè l’impiego di potenti algoritmi in grado di cercare modelli, serie, insiemi omogenei nelle basi di dati – aveva raggiunto un punto tale che un software, guidato da avvocati di alto livello, poteva ridurre drasticamente il tempo necessario alla ricerca  delle sentenze più rilevanti per un processo, nel mare della documentazione del passato. Si tratta di un lavoro che veniva prima eseguito da avvocati alle prime armi, in tempi normalmente molto più lunghi. Si tratta di un cambiamento che potrebbe rappresentare il primo passo nella informatizzazione dell’attività legale.

Ma, mentre il machine learning funziona bene con compiti strutturati come la ricerca di parole specifiche in un testo o di documenti di movimentazione merci tra tanti altri già identificati, o anche la ricostruzione sommaria della cronaca di una partita di baseball, è molto meno abile nella costruzione di qualcosa di simile a una nota legale, dove è necessario lo sviluppo di nuovi argomenti. Lo sottolinea l’economista Frank Levy, professore emerito al MIT, che, con Dana Remus, professore alla University of North Carolina School of Law, sta studiando l’impatto dei computer sulla pratica legale.

I computer stanno cambiando il mercato del lavoro, però fermandosi ancora di fronte ai processi innovativi. È probabile che resterà agli umani il lavoro che coinvolge il pensiero innovativo, la flessibilità, la creatività e la capacità di relazioni sociali. In un recente studio dell’Università di Oxford sulla automazione, i ricercatori hanno cercato di quantificare i lavori che probabilmente finiranno per venire informatizzati, valutando quanta creatività, intelligenza sociale e destrezza  comportano. Coreografi, insegnanti di scuola elementare, psicologi e assistenti sociali probabilmente si salveranno, mentre non sarà così per gli addetti al telemarket o i consulenti fiscali.

Questo studio cerca di esaminare come i lavori si stanno evolvendo in questa nuovo modello di lavoro. Oltre a condizionare il tipo di lavoro che facciamo, il digitale e le tecnologie per la mobilità stanno cambiando il modo in cui si lavoro, il posto in cui si lavora (in ufficio o a casa, o comunque lontano) e quale sia la concorrenza. Un numero crescente di piattaforme come Upwork, TaskRabbit, Uber, Airbnb e altre, che connettono liberi professionisti ai clienti, stanno creando un nuovo tipo di mercato del lavoro, che alcuni definiscono “lavoro in rete”, dove i lavoratori sono responsabili per il proprio sviluppo e si assumono molti dei rischi che una volta gravavano sui datori di lavoro. Hanno anche la capacità di sviluppare una propria reputazione basata sulla soddisfazione del cliente.

Questo modello di rete è dirompente e, come nel caso di Uber, ha portato a conflitti a Tianjin in Cina e in molte città europee dove i tassisti stanno combattendo l’ arrivo di Uber, che ha provocato  loro una riduzione di ricavi. Le persone che guidano per Uber sono per lo più part-time in cerca di guadagni incrementali. Si tratta di un’onda apparentemente inarrestabile: dopo Tianjin, Uber si è esteso ad altre 100 città in Cina.

Tim O’Reilly, CEO di O’Reilly Media, ha recentemente scritto come la t?cnologia possa creare nuovi tipi di lavoro e migliorarne la qualità Le tecnologie mobili e i sensori potrebbero aiutare gli operatori sanitari nell’assistenza alle persone anziane nelle loro case,  mentre il machine learning potrebbe aiutare i medici a prendere decisioni complesse. Alcuni lavori sicuramente scompariranno, ma la tecnologia digitale ha il potenziale per creare nuovi posti di lavoro.

Related Posts
Total
0
Share