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La ricercatrice Sara Berger, di IBM Research, vuole facilitare il percorso dei molti pazienti che soffrono di malattie croniche e si trovano di fronte a pregiudizi quando vanno alla ricerca di terapie contro il dolore.

di Kathryn Miles

Lo sviluppo di una tecnologia intelligente per aiutare i pazienti a valutare e gestire il dolore è una ricerca profondamente personale per Sara Berger, che ha trascorso anni a guardare i suoi genitori affrontare disturbi cronici e lottare per assicurarsi i servizi del sistema medico. “Gran parte della sofferenza derivante dal dolore cronico riguarda il non avere più il controllo sul proprio corpo e sulle sensazioni del proprio corpo”, afferma Berger. “Essere in grado di utilizzare le tecnologie digitali fornisce un senso di controllo e favorisce dialoghi più consapevoli con i medici”.

Come neuroscienziata del TJ Watson Research Center di IBM, Berger utilizza l’apprendimento automatico per quantificare il dolore a lungo termine e aiutare a prevedere i modi per alleviarlo. Con dispositivi indossabili e sensori ambientali, può acquisire dati sulla frequenza cardiaca, sui modelli di sonno e persino sulle proprietà acustiche del discorso di un paziente, che forniscono elementi significativi sull’esperienza del dolore della persona. 

Questi dati possono quindi essere analizzati utilizzando l’apprendimento automatico, prendendo in considerazione altri fattori come il disagio emotivo che spesso deriva dal disagio cronico, la ridotta mobilità o il tempo che viene sottratto al rapporto con i propri cari. Il risultato è una valutazione e un piano terapeutico molto più olistici e informati rispetto a quelli basati sulle tradizionali scale del dolore, che sono soggette a parzialità e semplificazione eccessiva. “Il dolore non è lineare”, dice Berger. “Neanche la nostra valutazione dovrebbe esserlo”.

Molte persone con malattie croniche, in particolare donne e persone di colore, si sentono emarginate dal sistema sanitario e sperimentano pregiudizi quando cercano una terapia per il dolore. “La mia missione è trasformare la gestione del dolore in un’esperienza accessibile, personalizzata e affidabile per individui di diversa estrazione socioeconomica”, afferma Berger. 

Immagine: Sara Berger

(rp)