Per la prima volta, un database di profili DNA è stato utilizzato per risolvere un crimine molto recente. Le implicazioni di questa svolta per la lotta al crimine sono importantissime.
di Antonio Regalado
Il caso è chiuso: Il 28 luglio un uomo di 31 anni, Spencer Glen Monnett, è stato arrestato dalla polizia dello Utah per lo stupro di una donna anziana, Carla Brooks. Il crimine era stato perpetrato nel mese di aprile. Monnett è stato identificato grazie alla “genealogia genetica”. Le tracce di DNA lasciate sulla scena del crimine hanno permesso di risalire ai suoi parenti, quindi al colpevole.
Non più solo casi irrisolti: Quest’anno la polizia ha cominciato a utilizzare la genealogia genetica per risolvere famosi casi che erano rimasti irrisolti per decenni, quali il caso del killer di Golden State, risalente agli anni ’70. Finora, almeno una mezza dozzina di omicidi sono stati risolti grazie a questa tecnica.
Come funziona: I genealogisti caricano le sequenze di DNA raccolte dalla scena del crimine all’interno di un imponente database di profili genetici per individuare i parenti del sospetto non ancora identificato. Una volta ultimato l’albero genealogico del sospetto, le informazioni vengono passate ai detective tradizionali per permettere loro di procedere alla cattura.
Implicazioni importanti: Questa tecnologia è riuscita a restringere il cerchio su un colpevole in poche settimane. Oltretutto, la genealogia genetica non era mai stata utilizzata prima per un crimine inferiore all’omicidio. “Credo che questa diventerà la nuova prassi”, dice CeCe Moore, la detective del DNA che ha lavorato al caso Monnett. La Moore ritiene che l’utilizzo di un database genetico all’inizio delle indagini permetterà alla polizia di risparmiare risorse e persino arrestare un criminale seriale prima che colpisca ancora. “È un sollievo”, dice.
(MO)