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Secondo un nuovo studio, i sensori negli smartphone possono rilevare accuratamente i cambiamenti nell’umore che sono indicativi del disturbo bipolare. Questo potrebbe portare a interventi più rapidi e risultati migliori per le persone affette.

di The Physics arXiv Blog

Il bipolarismo è una condizione caratterizzata da sbalzi di umore che possono andare da stati di estrema euforia a stati di grave depressione. Da una parte, i pazienti provano grande euforia ed iperattività, mentre dall’altra si sentono tremendamente tristi e letargici. Questi stati possono cambiare rapidamente, durare settimane o mesi, ed essere separati fra loro da lunghi periodi di tempo, persino anni.

L’identificazione di questi cambi di umore nel tempo al fine di intervenire con un trattamento è un compito arduo. Non esistono biomarcatori affidabili per questa condizione, per cui i pazienti vengono solitamente sottoposti a test psicologici pensati per misurare lo stato della loro mente. Inevitabilmente, una diagnosi corretta tarda spesso rispetto ai cambi di umore, per cui un sistema in grado di diagnosticarli accuratamente sarebbe enormemente utile per coloro che soffrono e per i loro medici.

Un importante passo avanti verso questo traguardo è stato compiuto da Venet Osmani del Center for Research and Telecommunication Experimentation for Networked Communities (CREATE-NET) di Trento. Osmani sostiene che gli schemi comportamentali associati al bipolarismo possano essere accuratamente rilevati dai sensori negli smartphone, per cui si potrebbe rilevare un cambio di stato nel momento in cui questo avviene.

Le persone affette da disordine bipolare presentano spesso degli schemi comportamentali noti e distintivi. La fase maniacale, ad esempio, è spesso caratterizzata da iperattività, la quale può essere misurata attraverso un accelerometro e un dispositivo GPS, discorsività, che può essere monitorata attraverso l’analisi delle parole, e frequenza nelle conversazioni, che può essere monitorata attraverso i registri delle telefonata. I pazienti che stanno attraversando la fase depressiva, al contrario, mostrano valori ben diversi in tutti questi comportamenti.

Uno smartphone sarebbe quindi uno strumento ideale per monitorare questi indicatori. Osmani ha distribuito uno smartphone a 12 pazienti che soffrono di bipolarismo e monitorato la loro attività nell’arco di 12 settimane fra il 2012 e il 2013. In questo periodo, a intervalli di tre settimane, ciascun paziente ha visitato la clinica per determinare il suo stato mentale utilizzando i metodi convenzionali. Questo test ha fornito una lettura veritiera da confrontare con i dati rilevati dagli smartphone. Osmani ha controllato due fattori in particolare: l’abilità di rilevare cambiamenti di umore e la precisione con cui questi rilevamenti possono essere eseguiti – valutando la frequenza di falsi allarmi inviati.

I risultati sono stati sorprendentemente promettenti. I dati relativi l’attività e la posizione dei pazienti hanno fornito una buona idea del loro umore e, soprattutto, previsto i cambiamenti con una precisione del 94 percento. L’abbinamento di queste informazioni con l’analisi delle telefonate dei pazienti ha portato questi risultati ad una efficacia del 97 percento. “Quasi tutti i cambiamenti sono stati rilevati senza falsi allarmi”, spiega Osmani.

Si tratta certamente di un risultato sorprendente con importanti implicazioni per le persone che soffrono di questa condizione. “Uno degli aspetti importanti di questo lavoro è la possibilità di rilevare in anticipo e con precisione i cambiamenti nell’umore di un paziente. Questo permette di intervenire prontamente e migliorare il trattamento del disordine”, spiega Osmani.

Il lavoro, ovviamente, non è finito. Del resto sono stati analizzati solamente 12 pazienti nell’arco di 12 settimane, per cui uno studio approfondito e prolungato su un maggior numero di pazienti potrebbe fornire dati migliori. Oltretutto, la tecnologia dei sensori è in rapida evoluzione e potrebbe fornire dati con una risoluzione maggiore.

Osmani dice di aver già previsto ulteriori studi che dovrebbero portare a risultati migliori per una condizione difficile sia da affrontare che da curare.

Per approfondimenti: “Smartphones in Mental Health: Detecting Depressive and Manic Episodes

(MO)