Il riconoscimento facciale è sempre più potente e controverso

La precisione con cui i sistemi di riconosciento facciale riescono a identificare persone e informazione ad esse associate è preoccupante.

di Jamie Condliffe

Una fotografia può rivelare un enorme quantitativo di informazioni su di voi. Abbiamo parlato parecchio di come i software di riconoscimento facciale abbiano ormai raggiunto livelli di precisione altissimi, talmente alti che la tecnologia viene già impiegata in Cina per autorizzare pagamenti e salire a bordo dei treni.

Alcuni recenti progressi tecnologici stanno però alimentando un certo dibattito. La scorsa settimana, Michael Kosinski e Yilun Wang della Stanford University hanno pubblicato sui server prestampa di PsyArxiv un documento che verrà presto pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology. Il loro lavoro mostra come l’IA utilizzata per il riconoscimento facciale sia più precisa degli esseri umani nel rilevare l’orientamento sessuale delle persone.

Partendo da 130.741 immagini prese da siti di incontri attraverso i quali le persone spiegavano il proprio orientamento sessuale, i ricercatori sono riusciti ad addestrare il loro sistema di reti neurali affinché distinguesse persone eterosessuali e omosessuali con una precisione dell’81 percento. A confronto, un essere umano riesce a distinguere un simile dato da una foto nel 61 percento dei casi. Sottoponendo all’IA altre cinque immagini di un individuo, la precisione della sua stima sale al 91 percento.

Questo approccio ricorda un lavoro svolto lo scorso anno da un gruppo di ricercatori della Shanghai Jiao Tong University, in China, che avevano addestrato un sistema di reti neurali utilizzando le fotografie di criminali conosciuti e persone comuni. Al termine dell’esperimento, il team l’IA era in grado di identificare correttamente i criminali con una precisione dell’89.5 percento.

Secondo l’Economist, lo stesso approccio potrebbe servire per identificare altri aspetti, quali il QI o l’orientamento politico. Il fenomeno, chiaramente, costituisce un problema per le persone interessate a mantenere la propria privacy – specialmente se la tecnologia viene utilizzata da regimi autoritari dove persino la vaga ipotesi di omosessualità, opposizione politica o intento criminale possono essere percepiti molto negativamente. Dovremmo forse cominciare a oscurare i nostri volti quando passeggiamo per le strade?

Purtroppo, un altro studio potrebbe vanificare persino questa opzione. Pochi giorni fa, infatti, Amarjot Singh della Cambridge University e alcuni colleghi in India hanno pubblicato uno studio su arXiv per dimostrare che, in molti casi, è possibile identificare una persona con un sistema di riconoscimento facciale anche quando il loro volto è oscurato. Pur indossando cappello, sciarpa e occhiali per coprire il nostro volto, l’algoritmo è riuscito a identificare le persone con una precisione del 55 percento. Il valore saliva al 69 percento in assenza di occhiali.

Zeynep Tufekci del Berkman Center for Internet and Society dell’Università di Harvard ha commentato le recenti pubblicazioni su Twitter, dicendo che queste ricerche appartengono a “una lista sempre più lunga di capacità che serviranno bene i regimi autoritari”. Probabilmente, non ha torto.

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