Il nuovo database di Oracle impiega l’IA per gestire automaticamente le patch

Chissà che una IA non riesca a fare quello che società come Equifax non sono riuscite a mettere in pratica.

di Jamie Condliffe

Se non potete fidarvi del lavoro degli esseri umani per aggiornare un software, forse conviene insegnare al software stesso come farlo per voi. Questa è la linea di pensiero che ha portato Oracle ad annunciare che, d’ora in avanti, il suo sistema database 18c utilizzerà l’apprendimento automatico per “aggiornare, correggere e migliorare automaticamente sé stesso durante le operazioni”.

VentureBeat riporta che gli amministratori del sistema forniscono le regole al database, quindi lo lasciano operare da sé. Il software apprende gli aspetti del “normale” funzionamento per poi cercare di bloccare qualunque anomalia senza tempi di attesa dovuti all’intervento degli operatori umani. “Eliminando il lavoro umano, eliminiamo l’errore umano”, ha spiegato il CEO della società Larry Ellison in occasione della presentazione del nuovo software.

Questa dichiarazione rievoca lo spettro della disoccupazione tecnologica, ovviamente. Nel caso di Oracle, pare che il lavoro dell’IA permetterà ai tecnici della rete di assistere in maniera più diretta i clienti, senza dover perdere tempo per apportare modifiche e aggiornamenti al software.

Come nel caso di Equifax, però, gli amministratori della rete non erano particolarmente impegnati nell’aggiornamento del software; di fatto, la loro presenza potrebbe addirittura risultare superflua.

Oracle non è la sola società ad aver implementato l’IA per migliorare la sicurezza software. Per migliorare la sicurezza dei software, la piattaforma Kaggle per la scienza dei dati sta attualmente tenendo una competizione in cui gruppi di ricercatori stanno sviluppando IA offensive e difensive. In altre parole, gli amministratori di sistemi in giro per il mondo sembrano alquanto impegnati.

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