È uno dei temi più discussi ai piani alti dell’industria tech, e la soluzione non pare dietro l’angolo.
di Estratto da Future of Life Institute
Una lettera aperta pubblicata da 116 tecnologhi, fra i quali il fondatore di DeepMind Mustafa Suleyman e (prevedibilmente) Elon Musk, volge alle Nazioni Unite la richiesta di bandire lo sviluppo e l’utilizzo di armi autonome. La nota avverte che i robot killer “costituirebbero la terza rivoluzione nell’arte della guerra”.
Il testo continua dicendo che, “una volta sviluppate, queste armi consentiranno conflitti armati di una portata senza precedenti, e in tempi più veloci di quanto gli esseri umani riescano a comprendere… Non abbiamo molto tempo per agire. Una volta aperta la scatola di Pandora, sarà difficile da richiuderla”.
Non è la prima volta che simili timori vengono espressi – una lettera molto simile era stata firmata già due anni fa. Una richiesta così esplicita, però, non è necessariamente il modo migliore per regolamentare questa minaccia. Come avevamo spiegato in passato, i progressi necessari per creare armi realmente autonome sono ancora distanti. Altri esperti, peraltro, ritengono che la richiesta di bloccare la ricerca e sviluppo possa trascurare questioni etiche che andrebbero semmai affrontate: robot soldati, in fondo, significherebbero meno morti sul campo di battaglia.
L’argomento è chiaramente spinoso. Non è detto, però, che chiudere completamente un dibattito costituisca la soluzione migliore.