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Un piano elaborato per punire la Cina potrebbe ritorcersi contro le società e l’occupazione statunitensi.

di Jamie Condliffe

Gli Stati Uniti hanno annunciato tasse del 25 percento su all’incirca $60 miliardi” di importazioni dalla Cina. Macchinari ed apparecchiature elettroniche saranno fra i primi prodotti ad essere colpiti.

Il governo degli Stati Uniti teme che la Cina adoperi gli investimenti negli Stati Uniti, oltre a tecniche di spionaggio industriale, per sottrarre proprietà intellettuali americane e sfrutti queste informazioni per accrescere il proprio potere. Le tasse, dunque, sarebbero una sorta di rappresaglia.

Il piano di Trump colpirà certamente la Cina, ma potrebbe anche nuocere alle imprese tech e all’intera economia statunitense. Ecco i punti fondamentali:

– Le società statunitensi che producono o spediscono componenti dalla Cina verranno probabilmente colpite dai rincari, che potrebbero persino raggiungere i consumatori. Non è detto che società quali Apple possano continuare a importare beni dalla Cina senza incorrere nelle nuove tariffe.
– Wired sostiene che “gli effetti di questi dazi potrebbero estendersi oltre le società di hardware”. Infatti, prosegue nello stesso articolo, “i fornitori cinesi sono importanti per l’Open Compute Project che società Internet quali Facebook, Google, e Microsoft supportano per rendere le attrezzature di server altri centri dati più economici”.
– La Internet Association avverte che alcuni di questi effetti potrebbero arrivare a causare perdite per le società americane.
– La mossa potrebbe persino spingere alcune società cinesi a spostare la produzione negli Stati Uniti al fine di evitare i dazi. Neppure una risposta simile rientrerebbe nelle previsioni di Trump – anche se la prospettiva di nuove assunzioni potrebbe risultare gradita, purché non comportino investimenti in società statunitensi.

È scoppiata una guerra commerciale? La Cina sta già rispondendo, minacciando dazi su beni statunitensi per un valore di $3 miliardi. Qualora la situazione dovesse inasprirsi ulteriormente, gli Stati Uniti – e le sue società tech – potrebbero anche perdere.

(MO)