I camion a guida autonoma potrebbero sopperire alla mancanza di conducenti professionisti, e rimuovere completamente dall’equazione i camionisti

Nel dibattito che imperversa sul futuro dell’industria degli autotrasporti e, in particolare, dei suoi lavoratori, due possibili percorsi condurrebbero allo stesso esito.

di Erin Winick 

Con l’incombente ingresso in scena dei camion a guida autonoma, l’ipotesi che la loro tecnologia possa colmare la carenza di camionisti nell’industria degli autotrasporti, o rimuovere direttamente i conducenti umani dall’equazione, è fonte di un acceso dibattito.

Stando alla American Trucking Association (ATA), l’industria degli autotrasporti soffrirebbe di una carenza di camionisti da ormai 15 anni. Nel 2016, gli Stati Uniti cercavano 36.500 professionisti. Il gruppo, istituito per sostenere la professione, sostiene che la carenza di camionisti si farà sempre più grande – entro il 2026, l’ATA prevede che i numeri potrebbero salire a 174.000 professionisti mancanti. I camion a guida autonoma potrebbero, almeno in teoria, alleviare questo problema invece che privare i restanti camionisti del loro posto di lavoro.

Molte delle posizioni che si aprono nell’industria degli autotrasporti sono il risultato della mancanza di conducenti professionisti. L’introduzione di camion a guida autonoma permetterebbe di riempire i posti vacanti, certo, ma ridurrebbe gli sforzi volti alla formazione di nuovi professionisti, risultando in una diminuzione della forza lavoro che potrebbe riempire a sua volta quei ruoli. Così facendo, i sistemi automatizzati troverebbero sempre più applicazioni, e così via, fino a rimuovere completamente i camionisti umani dall’equazione.

(MO)

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