Greg Rutkowski domina la scena dell’arte AI. E la cosa non gli piace

Questo artista è più ricercato di Picasso

Avete presenti quelle fantastiche immagini generate dall’intelligenza artificiale che girano su Internet? Ci sono buone probabilità che prendano spunto da opere di Greg Rutkowski.

Rutkowski è un artista digitale polacco che utilizza stili di pittura classici per creare incredibili paesaggi fantastici. Ha realizzato illustrazioni per giochi come Horizon Forbidden West della Sony, e giochi della Ubisoft come Anno, Dungeons & Dragons e Magic: the gathering. Ha avuto un successo improvviso nel nuovo mondo della generazione da testo a immagine con l’intelligenza artificiale.

Il suo stile distintivo è ora uno dei prompt più comunemente usati nel nuovo generatore d’arte open source di intelligenza artificiale Stable Diffusion, lanciato a fine agosto scorso. Lo strumento, insieme ad altri popolari modelli di intelligenza artificiale per la generazione di immagini, consente a chiunque di creare immagini straordinarie basate su istruzioni di testo.

Ad esempio, basta digitare “mago con spada e una sfera luminosa di fuoco magico combatte un feroce drago Greg Rutkowski” e il sistema produce un’immagine non dissimile dalle opere nello stile di Rutkowski.

MS TECH VIA STABLE DIFFUSION

Ma questi programmi open source sono costruiti pescando immagini da Internet, spesso senza autorizzazione e attribuzione adeguata agli artisti, sollevando quindi dubbi complessi sull’etica e sul copyright. E gli artisti come Rutkowski ne hanno abbastanza.

Secondo il sito web Lexica, che tiene traccia di oltre 10 milioni di immagini e messaggi generati da Stable Diffusion, il nome di Rutkowski è stato utilizzato circa 93.000 volte. Alcuni degli artisti più famosi del mondo, come Michelangelo, Pablo Picasso e Leonardo da Vinci, sono stati ricercati a malapena 2.000 volte ciascuno. Il nome di Rutkowski compare anche come suggerimento migliaia di volte nella Discord di un altro generatore di immagini da testo, Midjourney.

All’inizio, seppur sorpreso, Rutkowski pensava che potesse trattarsi di un buon modo per raggiungere un nuovo pubblico. Poi provò a cercare il proprio nome per verificare se un pezzo su cui aveva lavorato fosse stato pubblicato. La ricerca online lo condusse ad un’opera connessa al proprio nome, ma non sua.

MS TECH VIA STABLE DIFFUSION

“È passato solo un mese. E tra un anno? Probabilmente non sarò nemmeno più in grado di trovare le mie opere online tanto [Internet] sarà stata invasa dall’arte delle AI“, dichiara Rutkowski. “La situazione è preoccupante.”

Stability.AI, la società responsabile del lancio di Stable Diffusion, ha addestrato il modello sul set di dati LAION-5B, compilato dall’organizzazione no profit tedesca LAION. LAION ha composto il set di dati escludendo le immagini dotate di filigrana identificativa e quelle non estetiche, come le immagini dei loghi, spiega Andy Baio, un tecnologo e scrittore che ha scaricato e analizzato alcuni dei dati disponibili su Stable Diffusion.

Baio ha analizzato 12 milioni dei 600 milioni di immagini utilizzate per addestrare il modello e ha scoperto che gran parte di esse proviene da siti Web di terze parti come Pinterest e siti di shopping artistico come Fine Art America.

Molte delle opere d’arte di Rutkowski sono state raccolte da ArtStation, un sito Web in cui molti artisti caricano i propri portfolio online. La sua popolarità come prompt AI deriva da una serie di motivi.

“Secret Pass – Eagle Nest” è un’opera personale presente nel portfolio ArtStation di Rutkowski

Innanzitutto, il suo stile fantastico ed etereo è molto ‘cool’. Si tratta, inoltre, di un sito prolifico che mette a disposizione molte delle sue illustrazioni online con una qualità sufficientemente elevata, offrendo quindi un’ampia scelta. Uno dei primi generatori di testo in immagini chiamato Disco Diffusion proponeva apertamente Rutkowski come prompt di esempio.

Rutkowski correda le sue opere caricate online con un testo alternativo in inglese. Queste descrizioni delle immagini sono utili alle persone con disabilità visive che utilizzano software di lettura dello schermo, ma rendono anche più semplice il compito di classificare le immagini ai motori di ricerca. Le sue immagini sono quindi più facili da identificare e raccogliere per il modello AI che sa riconoscere le più rilevanti.

Stability.AI ha rilasciato il modello gratuitamente e consente a chiunque di utilizzarlo per scopi commerciali o non commerciali, anche se Tom Mason, il chief technology officer di Stability.AI, afferma che l’accordo di licenza stipulato con Stable Diffusion vieta esplicitamente alle persone di utilizzare il modello o il suo derivati per violare leggi o regolamenti. La dichiarazione rimanda agli utenti l’onere di rispettare la legge.

Alcuni artisti sono stati danneggiati nel processo

Altri artisti oltre a Rutkowski sono rimasti sorpresi dall’apparente popolarità del loro lavoro nei generatori di testo in immagini, e alcuni ora stanno reagendo. Karla Ortiz, un’illustratrice con sede a San Francisco che ha trovato il suo lavoro nel set di dati di Stable Diffusion, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulle questioni relative all’arte generata da AI e il rispetto del copyright.

Gli artisti si dichiarano a rischio di perdere entrate quando le persone iniziano a utilizzare immagini generate dall’intelligenza artificiale basate su materiale protetto da copyright per scopi commerciali. Ma la faccenda è anche molto personale, spiega Ortiz, sostenendo che, poiché l’arte è così strettamente legata a una persona, potrebbe sollevare problemi di protezione dei dati e privacy.

“C’è una coalizione in crescita tra gli artisti per capire come affrontare o mitigare il problema“, dichaira Ortiz. Il gruppo è appena agli inizi della propria campagna di mobilitazione, volta a generare la spinta necessaria al varo di nuove politiche o normative.

Un suggerimento offerto è addestrare i modelli di intelligenza artificiale su immagini di dominio pubblico, mentre le aziende di intelligenza artificiale potrebbero stringere partnership con musei e artisti, afferma Ortiz.

“Non si tratta solo di artisti… Si parla di fotografi, modelli, attori e attrici, registi, cineasti“, dice. “Qualsiasi tipo di professionista visivo deve confrontarsi con questo particolare problema ora.”

Attualmente gli artisti non hanno la possibilità di scegliere se aderire al database o far rimuovere le proprie opere. Carolyn Henderson, manager del marito artista Steve Henderson, spiega di aver inviato una e-mail alla Stability.AI per chiedere la rimozione delle opere del marito dal database, senza successo: la sua richiesta non è stata “né riconosciuta né ha ottenuto alcuna risposta”.

“L’intelligenza artificiale open source è un’innovazione straordinaria e comprendiamo che ci siano domande aperte e opinioni legali divergenti. Ci aspettiamo che si risolvano nel tempo, man mano che l’AI si fa sempre più onnipresente e diversi gruppi raggiungono un consenso su come bilanciare i diritti individuali e la ricerca essenziale di AI/ML”, afferma Mason di Stability.AI. “Ci sforziamo di trovare l’equilibrio tra innovare e aiutare la comunità”.

“Castle Defense, 2018” di Rutkowski

Mason incoraggia tutti gli artisti che non desiderano vedere le proprie opere nel set di dati a contattare LAION, un’entità indipendente dalla startup. LAION non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Gli artisti berlinesi Holly Herndon e Mat Dryhurst stanno elaborando strumenti che possano permettere agli artisti di sfuggire alla raccolta di materiale per comporre set di dati di formazione delle AI.

Hanno lanciato un sito chiamato Have I Been Trained, che consente agli artisti di scoprire se le loro opere rientrano tra i 5,8 miliardi di immagini nel set di dati utilizzato per addestrare Stable Diffusion e Midjourney. Alcune comunità artistiche online, come Newgrounds, stanno già prendendo posizione e hanno bandito esplicitamente l’utilizzo di immagini generate dall’intelligenza artificiale.

Immagine suggerita da Stable Diffusion

Un’iniziativa di settore chiamata Content Authenticity Initiative, che include aziende del calibro di Adobe, Nikon e il New York Times, sta sviluppando uno standard aperto per generare una sorta di filigrana sul contenuto digitale che ne dimostri l’autenticità. L’iniziativa potrebbe rivelarsi utile nella lotta contro la disinformazione e garantire che i creatori digitali ottengano un’attribuzione adeguata.

“Potrebbe anche tradursi anche in uno strumento a disposizione di creatori o detentori di IP per affermare la proprietà sui media di loro proprietà o sintetizzati a partire da esempi di loro proprietà”, spiega Nina Schick, esperta di deepfake e media sintetici.

Pay-per-play: accesso a pagamento

L’arte generata dall’intelligenza artificiale apre complesse questioni legali.

Nel Regno Unito, sede della Stability.AI, estrarre immagini da Internet senza il consenso dell’artista per addestrare uno strumento di intelligenza artificiale potrebbe essere una violazione del copyright, afferma Gill Dennis, avvocato dello studio Pinsent Masons. Le opere protette da copyright possono essere utilizzate per addestrare una AI in base al “fair use”, ma non per scopi commerciali.

E per quanto l’utilizzo di Stable Diffusion sia gratuito, Stability.AI vende anche un accesso premium al modello attraverso una piattaforma chiamata DreamStudio.

Il Regno Unito, che spera di promuovere lo sviluppo delle AI a livello nazionale, vuole cambiare le proprie leggi per offrire agli sviluppatori di AI un maggiore accesso ai dati protetti da copyright. In base a queste modifiche, gli sviluppatori sarebbero in grado di utilizzare opere protette da copyright per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale a scopo sia commerciale che non.

Nonostante gli artisti e gli altri titolari di diritti non abbiano modo di evitare questo regime, potranno scegliere in quale sistema mettere a disposizione le proprie opere. La comunità artistica potrebbe finire per passare a un modello pay-per-play o abbonamento come quello utilizzato nell’industria cinematografica e musicale.

“Il rischio, ovviamente, è che i titolari dei diritti si rifiutino semplicemente di rendere disponibili le loro opere, il che minerebbe in primo luogo il motivo stesso per estendere il fair use nello spazio di sviluppo dell’AI”, afferma Dennis.

La scorsa primavera, negli Stati Uniti, LinkedIn ha perso una causa in una corte d’appello secondo cui raccogliere dati pubblicamente disponibili da fonti su Internet non è una violazione del Computer Fraud and Abuse Act. Anche Google ha vinto una causa contro gli autori che si sono opposti al fatto che l’azienda abbia caricato le loro opere protette da copyright su Google Libri.

Rutkowski dice che non incolpa le persone che utilizzano il suo nome come suggerimento. Per gli utenti si tratta di “un esperimento interessante”, dice. “Ma per me e molti altri artisti, comincia a prendere forma una minaccia per le nostre carriere”.

Immagine: Greg Rutkowski, Dragon Cave

Related Posts
Total
0
Share